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LIFESTYLE

Gli orti al tempo di Expo

 

Ancora pochi giorni e l’esposizione universale di Milano chiuderà i battenti. Expo Milano 2015, una manifestazione amata, odiata, controversa. Di certo non si può dire che non abbia attirato interesse, curiosità e… tantissimi visitatori. Per entrare nei padiglioni più richiesti è necessario attendere molte ore, tanto che molte persone, alla fine, desistono.

Se non volete perdere troppo tempo in coda, potete evitare di entrare nei padiglioni e visitare le aree aperte. Snobbate dai più, permettono di conoscere un lato nascosto di Expo, quello degli orti. Tra gli edifici e lungo il decumano sono infatti presenti numerosi “campi” che declinano il tema degli orti in diverse sfumature. Questi prendono spunto dall’idea di Hortus romano ossia di uno spazio aperto che univa la funzione produttiva a quella ricreativa, di studio e conversazione. Non a caso, nell’antica Roma, l’architettura tendeva a una sempre maggiore apertura delle case verso il giardino con il quale si cercava di costruire un continuum spaziale. Si pensi che il verde proseguiva all’interno dell’abitazione con i colorati affreschi e i mosaici a sfondo vegetazionale che ancora oggi possiamo ammirare nei siti archeologici. L’hortus era quindi il centro della vita della villa romana.

A Expo Milano 2015 gli orti costituiscono una sorta di trama all’interno della quale si sviluppano gli spazi espositivi dei vari Paesi partecipanti e le strutture destinate a eventi e servizi.

Tra una coda e l’altra, quindi, i visitatori possono rilassarsi all’ombra di un pergolato, immergersi in un frutteto, ammirando ortaggi maturi o bordure fiorite. Tutti gli alberi che abbelliscono questi spazi verdi sono alberi da frutto. Ecco quindi che possiamo osservare una serie di piante con caratteristiche molto diverse tra loro per quanto riguarda portamento, fogliame, fioritura e fruttificazione. Troviamo corbezzoli, castagni, agrumi, noccioli e cachi, ma anche i fichi, le mele, i gelsi sempre meno utilizzati, e olivi, peri, sorbi, albicocchi e pesche. Apparentemente banali, questi spazi hanno molto da insegnare: ci permettono di tornare in contatto con la natura, con specie una volta molto diffuse nelle nostre campagne e oggi sconosciute ai più.

Una visita agli horti di Expo può essere fonte di ispirazione per ristrutturare il nostro giardino o per trasformarlo in un orto giardino capace di essere produttivo oltre che piacevole da vedere. Anche perché buona parte delle piante messe a dimora sono adatte a soluzioni pensili. Perché non sfruttare le terrazze e i lastrici solari condominiali per realizzare veri e propri orti, dove è possibile svolgere attività fisica – e chi ha un orto sa che è meglio di una palestra –, godere dei frutti di stagione e approfittare di tanto tanto relax lontani dal traffico cittadino? Grazie alla loro altezza, le piante da frutto sono anche in grado di svolgere la funzione di quinta vegetazionale, capace di nascondere brutture o, al contrario, indirizzare lo sguardo verso zone paesaggisticamente interessanti. Fate un salto sul tetto del vostro condominio e iniziate a immaginare!

Photo credits: Japan Times

© Riproduzione riservata

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Luca Masotto By


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