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ORTO IN TERRAZZO

La rapa in rotazione

 

Lungo il confine tra Piemonte e Liguria, in Alta Val Tanaro, c’è il piccolo comune di Caprauna. In passato è stato conteso da illustri famiglie nobili – Del Vasto, Ceppolini e Del Carretto – per via della sua posizione strategica. Oggi costituisce un interessante museo a cielo aperto: numerose piccole opere di architettura rurale (lavatoi, ponti, ecc.) sono disseminate in un territorio la cui orografia è stata parzialmente modificata dal lavoro dell’uomo. Ovunque sono infatti visibili terrazzamenti più o meno antichi: sorretti da muri di pietra a secco, questi appezzamenti hanno reso possibile la coltivazione di grano, orzo, segale e avena a quote comprese tra i 900 e i 1200 metri sul livello del mare. In questi stessi appezzamenti, una volta raccolti i cereali, i contadini mettevano a dimora le rape. A fine estate, nei terreni ricchi e profondi, opportunamente concimati con letame, le rape crescevano senza difficoltà e producevano raccolti di  qualità, grazie all’altitudine e alle condizioni climatiche ottimali. Certo gli agricoltori le seminavano anche perché potevano contare su un secondo raccolto, importante per completare l’alimentazione in queste zone di montagna.

Oggi la rapa è forse un ortaggio di secondo piano: quanti di noi hanno rape nell’orto? Eppure, è un ortaggio interessante che, tra l’altro, si conserva a lungo in frigorifero: anche tre o quattro mesi. Inoltre la rapa è importante all’interno della rotazione delle colture ortive. È una coltura da radice che, quindi, esplora il terreno in modo del tutto diverso rispetto agli ortaggi da foglia, da frutto o da fiore (tra questi ultimi, ricadono anche molte piante officinali).

La rapa appartiene alla famiglia botanica delle Crucifere, la stessa di broccoli, cavolfiori, verze e ravanelli. Come sappiamo è bene diversificare le colture che si susseguono in uno stesso appezzamento e, quindi, la coltivazione della rapa non dovrà precedere o seguire altre Crucifere. Quindi qualsiasi altra coltura “meno imparentata” botanicamente può andare bene? Non proprio, occorre fare un’altra considerazione. La rapa è una coltura abbastanza esigente che, nel proprio ciclo vegetativo, assorbe molti nutrienti dal terreno e sfrutta a fondo le risorse. Per questo motivo è bene evitare di seminarla nelle stesse particelle dell’orto che hanno ospitato Solanacee (pomodoro, patata, peperone, melanzana) e Ombrellifere (tra queste spicca la carota).

Cosa rimane allora? Moltissimo! La biodiversità dell’orto è molto maggiore di quanto si pensi. Ecco quindi che la rapa può essere messa in rotazione con leguminose (piselli, fagioli, fagiolini, fave), sempre ottime dal momento che migliorano il terreno e lo arricchiscono di elementi nutritivi. Oppure con le Chenopodiacee quali spinaci o bietole e, ancora, Composite come radicchi, lattughe e carciofi.

Ovviamente, quelle riportate sono indicazioni di massima: la pianificazione delle semine rispecchia anche le esigenze di chi coltiva l’orto e della sua famiglia, quindi in buona parte dipende da gusti e abitudini alimentari. É infatti possibile non rispettare in modo pedissequo i principi di rotazione della rapa per uno o due anni. Ma è meglio non esagerare sia per non stancare il terreno sia per non aumentare il rischio di diffusione di malattie e parassiti.

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Luca Masotto By


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