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ORTO IN TERRAZZO

Patentino fitosanitario 2015: chi e quando dovrà farlo

 

Giù le mani da un hobby che sta prendendo sempre più piede! Da più parti si sono levate voci a difesa degli orti di casa, degli orti condominiali e di quelli aziendali. L’orticoltura praticata sul retro del giardino (o in terrazzo) riscuote un interesse crescente. Ma per produrre ortaggi, sebbene a livello amatoriale, occorrono piantine, terriccio, concimi, prodotti fitosanitari.

Ecco, prodotti fitosanitari! Manca ormai poco all’introduzione del patentino fitosanitario, meglio definito certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Su internet si rincorrono le voci: dal 26 novembre di quest’anno non si potranno più utilizzare prodotti per il contenimento delle malattie delle piante orticole a meno che non si frequenti un apposito corso di formazione a pagamento. Una tassa sull’orto, allora? No, sgombriamo il campo da ogni equivoco: le novità normative non riguardano gli hobbisti.

Patentino fitosanitario: a cosa serve

Al pari di tutti gli altri Stati membri, l’Italia ha adottato il Piano di azione nazionale in conformità a quanto previsto dall’Unione europea (Direttiva 2009/128/09). Questo piano riporta indicazioni per ridurre i rischi e le possibili conseguenze derivanti dall’utilizzo dei prodotti fitosanitari, nonché per incoraggiare lo sviluppo e l’introduzione della difesa integrata e tecniche alternative per il controllo delle malattie e dei parassiti delle piante.

La normativa è molto chiara: il patentino fitosanitario sarà indispensabile per acquistare i prodotti fitosanitari destinati a un uso professionale a prescindere dalla loro classificazione (ossia della loro “pericolosità”). Gli hobbisti dovranno limitarsi ad acquistare prodotti per utilizzatori non professionali, prodotti che di norma hanno una pericolosità bassa e molto bassa e che possono essere impiegati in giardino e per la difesa delle piante da orto destinate al consumo familiare.

Per i milioni di appassionati che coltivano orti e giardini, quindi, non cambierà alcunché. Si è trattato di un falso allarme, amplificato dal tam tam dei social networks. Rimangono però valide le raccomandazioni di sempre: anche i prodotti fitosanitari più blandi, inclusi quelli ammessi in agricoltura biologica, possono avere conseguenze pericolose sia sull’ambiente sia sulla salute umana. Per ovviare a spiacevoli incidenti è buona norma leggere sempre bene l’etichetta e verificare modalità di applicazione del prodotto, tempi di carenza e colture per le quali è stata ottenuta la registrazione. In altri termini ci si deve sempre chiedere come e quando è possibile applicare il prodotto. Per quanto riguarda il perché, a volte è necessario ricorrere alla consulenza di un esperto, molto utile anche in fase di prevenzione. Spesso, infatti, è sufficiente ricorrere ad alcuni accorgimenti di carattere agronomico e gestionale per ridurre la probabilità di attacchi da parte di patogeni fungini. Altre volte, invece, la gravità degli attacchi è talmente limitata da non richiedere interventi di controllo: il patogeno e la pianta raggiungono un equilibrio che non ha ripercussioni rilevanti sul raccolto. In questi casi è meglio limitarsi a osservare!

Ci sono tecniche e pratiche agronomiche da conoscere meglio perché la sostenibilità del cibo che mangiamo passa anche dall’orto di casa.

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Luca Masotto By


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