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LIFESTYLE

Raffaela, vegana e mamma, ci racconta la sua scelta [intervista]

 

Abbiamo fatto due chiacchiere con Raffaela, biologa nutrizionista, vegana e mamma di due bambini piccoli. Ci racconta le motivazioni di questa scelta, la strada che ha intrapreso e le difficoltà che incontra relazionandosi con le istituzioni pubbliche.

1. Qual è stato il percorso che ti ha portato al veganesimo, è stato un passaggio repentino o a tappe?

Il mio percorso è iniziato anni fa leggendo le etichette degli insaccati: le parole chiave sono state “nitriti” e “nitrati”, da lì non ho mai smesso di curiosare. La svolta è venuta in seguito alla lettura del libro “Ecocidio”, ritenuto da molti profetico e che è riuscito in questi anni a risvegliare molto coscienze. Rendersi conto finalmente di come ettari ed ettari di verde vengano abbattuti per far posto a pascoli e, quindi, per rispondere alle necessità del mondo occidentale della “cultura della bistecca”, ha acceso in me la voglia di cambiamento. Ecco come una scelta salutistica si è evoluta in salutistica-etica-ecologica. Come prima cosa tolsi la carne, poi anche il latte e i suoi derivati.

2. Hai due bambini piccoli, come imposti la loro alimentazione?

La più grande Giorgia, 6 anni, ha vissuto il cambiamento anche se abbiamo deciso, con il papà, di lasciare invariato il menù scolastico. Ha capito il motivo per cui mamma e papà non mangiano più certi alimenti, ma credo sia ancora confusa a riguardo. Sicuramente ha sviluppato nel tempo una maggior sensibilità nei confronti del tema. I bambini a quell’età sono spietati di fronte alle differenze, lo sappiamo tutti, e considerando il carattere della nostra piccolina abbiamo deciso di prendere la strada più lunga, così aspettiamo che di sua spontanea volontà chieda un menù veg e siamo certi che ciò accadrà molto presto; vogliamo che, alla fine di tutto, questa sia una scelta il più possibile autonoma e serena.

Giulio il piccolo di casa, 13 mesi, è vegano dal concepimento. Gravidanza, allattamento e divezzamento completamente veg. È un bambino forte, sereno e in salute. La sua alimentazione è varia e bilanciata e siamo riusciti ad ottenerla anche al nido.

3. Incontri difficoltà quando ti relazioni con istituzioni pubbliche come la scuola?

Purtroppo devo dire che ancora siamo molto indietro a riguardo. Le istituzioni non sono aggiornate e quindi non sono affatto preparate, certi menù scolastici ne sono la dimostrazione. Uno degli aspetti fondamentali per la ristorazione è che il pasto che venga proposto in alternativa a quello previsto, sia il più possibile simile a quest’ultimo, proprio per non sottolineare la diversità. Nella proposta di un pasto veg spesso questo passaggio è piuttosto difficoltoso. Si è persa la capacità di cucinare con i legumi, alimento principe della nostra dieta anni fa. Ecco allora che le alternative sono poche e ci si trova a giostrarsi.

4. Viste le ricerche – e le polemiche nate da esse – pubblicate nelle ultime settimane, quali sono i consigli che ti senti di dare a chi vuole continuare a seguire la dieta mediterranea ma moderando il consumo di carne?

Il termine dieta mediterranea è stato coniato dagli americani agli inizi degli anni ’60. In quegli anni il biologo, fisiologo e nutrizionista Ancel Keys notò che la popolazione italiana rispetto a quella americana soffriva in minor misura di malattie cardiovascolari e disturbi gastro intestinali. Si mise allora a capo di uno studio pilota per comprendere le motivazioni di tali dati e scoprì che alla base di tutto c’era l’alimentazione. Ma cosa intendiamo con “dieta mediterranea”? Pane, pasta, frutta, verdura, moltissimi legumi, olio extra-vergine di oliva, pesce e pochissima carne. Si può ben capire come in realtà nessuno faccia una dieta mediterranea. Sento vivamente di consigliare i legumi, di introdurli nell’alimentazione giornaliera; ce ne sono di tantissimi tipi e sono fenomenali per la nostra alimentazione. Le fibre, largamente rappresentate, ci saziano e ci nutrono dall’interno. Ci si accorgerà di quanto siano vari e di come i nostri pasti possano diventare ricchi nei colori e nei sapori. La carne? Non è necessaria, ma per chi non ne può far meno ne consiglierei pochissima, anche solo una volta a settimana. Il latte? Anche questo non necessario. Pensiamo ai cereali: ce ne sono una miriade. Grano saraceno, miglio, orzo, avena, cous cous, amaranto, farro, quinoa, segale,mais,frumento…Hanno tutti dei profili nutrizionali eccellenti. Tra questi quinoa, amaranto e avena contengono anche la lisina, un amminoacido essenziale e solitamente scarso. E voi, quanti di questi ne mangiate? Provateli, il vostro corpo vi ringrazierà. E poi tanta frutta e verdura, di stagione ovviamente. Ricordatevi sempre di scegliere nell’arco della giornata colori differenti di questi alimenti, vi aiuteranno. L’arcobaleno di tonalità differenti è sinonimo di benefici.

5. Quali sono, secondo te, le fonti (stampate o web) per chi vuole informarsi sul tema della salute in maniera corretta?

Qui mi sbilancio e propongo i siti che consulto molto molto spesso:

http://www.scienzavegetariana.it/

http://www.fondazioneveronesi.it/articoli/alimentazione/

Esistono poi molti blog e gruppi che parlano di alimentazione, soprattutto recentemente. Consiglio vivamente di far caso alle fonti.

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