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Potager_du_Roi

LIFESTYLE

Le potager du roi

 

Di Versailles tutti conoscono la meravigliosa reggia, incastonata in altrettanto meravigliosi giardini, parterres con siepi attentamente potate, filari alberati, fontane e cannocchiali paesaggistici che portano lo sguardo all’infinito. Sono molti meno i visitatori che si spingono poco più in là, a visitare le potager du roi, ossia l’orto giardino creato per imbandire la tavola di Luigi XIV e dei suoi ospiti. E di ospiti doveva averne parecchi dal momento che l’orto “dietro casa” si estende per circa nove ettari!

Inoltre, il Re Sole non poteva scegliere area peggiore per creare il proprio orto: Versailles deriva il proprio nome dal vocabolo latino versare che significa rivoltare la terra; probabilmente nel senso che erano necessarie molte lavorazioni per ottenere un raccolto soddisfacente. All’epoca l’area circostante la reggia era malsana e paludosa e quindi decisamente poco vocata all’attività agricola, soprattutto se questa era destinata alla produzione di frutta e ortaggi che dovevano soddisfare le esigenze reali.

Fortunatamente Luigi XIV non si affidò a una improvvisata impresa di “progettazione e creazione giardini” ma si rivolse a professionisti del settore. Il progetto fu guidato da Jean Baptiste La Quintinie che, per meriti conquistati sul campo, venne presto nominato direttore di tutti gli orti e i frutteti della famiglia reale. Fu progettata e realizzata un’importante opera di bonifica alla quale si aggiunse un intenso lavoro di sterri e riporti: il suolo venne così in parte sostituito con terreni più adatti alla coltivazione e, al tempo stesso, venne avviato un sistema di compostaggio in modo da arricchire gli orti con gli scarti prodotti dalle cucine del palazzo. Per l’irrigazione fu ideato un ingegnoso sistema di recupero delle acque piovane.

La Quintinie, grazie all’abbondanza di manodopera di cui disponeva, riuscì così a far produrre un’area non certo vocata per l’orticoltura, prestando attenzione a tre elementi in particolare: substrato di coltivazione, gestione dell’acqua e compostaggio. Gli stessi fattori che oggi, in associazione a più moderne tecnologie, permettono di rendere coltivabili balconi e terrazzi cittadini. Gli orti condominiali, per esempio, non sono che una riproposizione moderna del sogno del Re Sole: disporre di frutta e verdura freschissima a due passi dalla propria tavola e in grande varietà.

Uno dei trucchi che oggi come allora è possibile utilizzare per avere raccolti abbondanti e gustosi è infatti quello di seminare (o trapiantare) quante più varietà e specie di ortaggi differenti. In questo modo il moderno potager può produrre verdura in modo scalare, ossia ortaggi che maturano nei diversi mesi dell’anno. E non si tratta solo di mangiare prima l’insalata e poi i pomodori. Ci sono insalate precoci, medie e tardive; pomodori a maturazione scalare che danno frutto da giugno a ottobre, il tutto senza ausilio di sostanze chimiche di sintesi, ma solo affidandosi a un’attenta scelta varietale. Soprattutto, un orto condominiale attentamente progettato può essere gestito in totale autonomia: l’irrigazione è automatizzata, le malerbe controllate con metodi semplici ma efficaci. Certo non possiamo trascurare completamente le piante una volta messe a dimora, ma non avremo nemmeno bisogno dei 30 maestri giardinieri che lustravano le melanzane (una rarità per l’epoca!) del Re Sole.

Photo credit: Wikipedia Commons

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Luca Masotto By


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