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LIFESTYLE

Alberi in città e potature: una questione aperta

 

Gli alberi sono una parte fondamentale del verde urbano e delle città. La Scienza ha dimostrato da tempo che gli alberi sono capaci di portare miglioramenti significativi alla qualità della vita. Si parla di servizi ecosistemici: l’insieme di quei benefici ambientali, ecologici, paesaggistici, sociali e ricreativi che gli alberi portano alla città.

L’importanza della chioma

Principale fonte dei servizi ecosistemici è la chioma. Le foglie, infatti, sono la sede della fotosintesi clorofilliana: reazione chimica che trasforma e preleva l’anidride carbonica (gas climalterante, principale responsabile dei cambiamenti climatici) in zuccheri e legno (funzione anti inquinamento). La fotosintesi clorofilliana è affiancata dall’evapotraspirazione: un’altra reazione biochimica capace di abbassare la temperatura anche di alcuni gradi (funzione bioclimatica). La chioma, inoltre, funge da schermo tra i luoghi frequentati dalla cittadinanza e le fonti di inquinamento di gas tossici e polvere sottili. Si pensi all’importantissima funzione di un viale alberato o di una siepe collocati tra una strada intensamente trafficata, le scuole, le abitazioni e i luoghi pubblici.

Fiori e frutti

Alberi e arbusti con fiori e frutti cambiano il colore e il volto della città migliorando sensibilmente l’estetica, il decoro e il paesaggio (funzione paesaggistica) oltre che a consentire una discreta presenza di insetti, uccelli e piccoli animali anche a pochi passi da centri commerciali, strade e abitazioni (incremento della biodiversità).

Socialità

Ma oltre al miglioramento per mezzo di fenomeni fisici, chimici e biologici gli alberi creano situazioni adatte alla socialità e all’incontro migliorando anche sotto i profilo sociale le città. Si pensi ai parchi, agli oratori, ai giardini privati quanti rapporti umani sono coltivati alle ombre degli alberi!

La questione delle potature

Il vigore della biomassa è importantissimo per l’espletamento dei servizi ecosistemici. Perché, dunque, sottoporre gli alberi a potature energiche che oltre a essere antiestetiche non rispettano la fisiologia dell’albero e arrecano danno alle tasche dei committenti? Sebbene negli ultimi anni si sia assistito a un netto miglioramento della gestione sostenibile degli alberi cittadini, la situazione resta ancora enormemente migliorabile sia per aumentare il valore delle alberature, sia per abbassare i costi di gestione. Gestione che ancora troppo spesso è governata dall’irrazionalità dei committenti che interpretano l’albero come un elemento d’arredo urbano. Ma non è così. L’albero è un essere vivente. Salvo poche e straordinarie eccezioni gli alberi in città necessitano semplicemente ogni 2-3 anni della rimonda (asportazione dei rami secchi e malati che in genere si accumulano all’interno della chioma) e della somministrazione di biostimolanti che migliorino la fertilità del terreno.
Gli alberi traggono nutrimento proprio dalle foglie che fotosintetizzano gli zuccheri necessari al metabolismo vegetale. Quando per strada notiamo alberi a cui è asportata più del 20% della chioma siamo certi che si tratta di alberi in grande stress che stanno consumando tutte le sostanze di riserva accumulate nel tronco e nelle radici per ricostruire la chioma asportata. Non solo. Potature drastiche espongono gli alberi all’attacco degli agenti patogeni che possono approfittare delle ferite per sviluppare infezioni. È importante affidarsi a professionisti capaci di comprendere gli alberi per poter programmare una gestione razionale governata da criteri tecnico-scientifici.

Nuove leggi

Con la legge numero 10 del 14 gennaio 2013 per la prima volta a livello nazionale vengono messe nere su bianco delle prescrizioni in materia di gestione sostenibile degli alberi in città.

In dettaglio, l’articolo sei “Promozione di iniziative locali per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” riporta: “Ai fini di cui alla presente legge, le regioni, le province e i comuni, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze e delle risorse disponibili, promuovono l’incremento degli spazi verdi urbani, di «cinture verdi»  intorno alle conurbazioni per delimitare gli spazi urbani, adottando misure per la formazione del personale e  l’elaborazione di capitolati finalizzati alla migliore utilizzazione e manutenzione delle aree, e adottano misure volte a favorire il risparmio e l’efficienza energetica, l’assorbimento delle polveri sottili e a ridurre l’effetto «isola di calore estiva...”

Certamente è una normativa ancora parziale che non contiene risorse finanziarie per le sanzioni, eppure rappresenta un valido riferimento per professionisti, amministratori responsabili e cittadini attenti. Già da tempo le principali città italiane hanno elaborato dei regolamenti del verde che costituiscono forti garanzie rispetto agli abbattimenti e alle potature sempre più spesso autorizzate da dottori agronomi e forestali abilitati.
Finalmente anche Milano sta adottando il proprio regolamento del verde che pare particolarmente severo rispetto alle potature anche in ambito privato.
All’articolo 33 si legge come le operazioni diverse dalla rimonda e dal contenimento con un asportazione massima del 20% della massa a verde siano necessarie di argomentazione da parte di tecnico abilitato con tanto di relazione tecnico agronomica che le motivi secondo criteri razionali. Si tratta di una piccola rivoluzione che qualora applicata potrebbe davvero fare dire addio alle potature selvagge che fino a oggi hanno reso più poveri (anche da un punto di vista economico) i parchi e i giardini di Milano.

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