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GIARDINAGGIO

Falsa acacia

 

Ho sempre sentito parlare male della robinia (Robinia pseudoacacia L.) e, fino a quando non ho avuto argomenti scientifici contrari, mi sono uniformato al luogo comune di considerare la robinia come una piantaccia, brutta ed infestante. Che sia infestante non v’è alcun dubbio, tuttavia il concetto di infestante – o di malerba – è del tutto relativo. È vero che nei boschi misti la robinia compete con le specie indigene per gli elementi nutritivi, l’acqua e la luce, ma è anche vero che gran parte del successo della robinia dipende dall’abbandono dei boschi da parte dell’uomo. Nei boschi ben mantenuti la robinia giunge a maturità più rapidamente delle altre specie e può essere considerata un sottoprodotto anticipato rispetto al turno del prodotto principale. Va poi detto che la robinia si adatta alle situazioni più inospitali. Cosa sarebbero certi terreni abbandonati senza robinie, certi reliquati o certe scarpate dove spesso vengono riversati detriti, macerie o terre provenienti da scavi?

L’amplitudine biologica della robinia, per il clima, il terreno, l’umidità e la qualità dell’aria è quasi unica. Le radici, generalmente superficiali, irretiscono il terreno e producono abbondanti polloni, cosicché la colonizzazione di un luogo non è affidata solo alla semente ma procede molto più rapidamente; ciò è importante se si tratta di ambienti instabili dal punto di vista edafico – ossia del terreno – e/o idrogeologico.

La robinia, detta anche falsa acacia, è originaria dell’America del Nord dove prospera nell’est e nel sud-est degli Stati Uniti. È giunta in Europa alla fine del Cinquecento ed è stata seminata per la prima volta da Jean Robin, “arborista semplicista”, botanico del Re (di Francia), curatore del giardino della facoltà (di medicina) dal 1601. Nel 1636 il figlio Vespasien, “dimostratore di piante” al Jardin du Roi, vi trapiantò una delle robinie del padre, che tuttora vive al Jardin des Plantes sebbene puntellata e un po’ vetusta.

La robinia appartiene alla famiglia delle Leguminosae, famiglia caratterizzata dal frutto a tutti familiare. Il fiore è bianco, molto profumato, riunito in una infiorescenza a grappolo che compare in maggio. È molto attrattivo per le api che ne ricavano un miele molto apprezzato, di colore chiaro, molto liquido e delicatissimo.

La robinia è una pianta importante per il legname sia da opera che da ardere: brucia bene anche se non completamente secco, resiste all’umido e sostituisce altre essenze, come il castagno nella paleria e come la quercia nelle opere soggette a sommersione.

Le molte varietà scoperte ne hanno fatto una pianta insostituibile nell’arredo urbano. Dalla varietà ‘Umbraculifera’, a palloncino, alla varietà ‘Stricta’, colonnare, ve ne è per tutti i gusti e per tutte le esigenze. Infine, oltre Robinia pseudoacacia vi sono altre specie tra cui riveste un particolare interesse Robinia hispida, caratterizzata dalla peluria che ricopre i rametti, che ha nella, varietà ‘Rosea’, un rappresentante di primaria importanza per la fioritura estiva e prolungata di colore rosa-cremisi.

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Marco Fabbri By


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