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GIARDINAGGIO

Il platano, re degli ambienti urbani e non in Italia

 

In gran parte d’italia il platano (platanus x acerifolia) è l’albero più diffuso negli ambienti urbani: chi ha censito le alberature pubbliche delle città sa che dal 60 al 75% degli individui sono platani; dal 25 al 35% appartengono ad altre 20-30 specie (tigli, olmi, robinie ornamentali, bagolari, aceri, ecc.) tutte le altre specie non raggiungono che pochi punti percentuali, a volte si tratta di pochi individui, vere rarità.

Il successo del platano, che non è inferiore nelle campagne e sulle vie di comunicazione provinciali e nazionali, è tipicamente legato all’uomo che ne ha favorito la diffusione trovandolo tra le piante più facilmente riproducibili, più adattabili sia alle condizioni del terreno sia alle esigenze di mantenimento della chioma in forme più o meno obbligate.

Oggi sappiamo anche che è resistente all’inquinamento e tollera condizioni ambientali ampissime: lo troviamo in Sicilia come sulle pendici montuose dell’arco alpino.

Il platano delle nostre città e delle nostre campagne è in realtà il risultato dell’ibridazione ripetuta e continuata di 2 specie di diversa provenienza: il Platanus orientalis, originario della Turchia, e il Platanus occidentalis originario dell’America del Nord.

Queste due specie sono ormai poco rintracciabili; in Italia boschi di Platanus orientalis si trovano in Sicilia nella zona delle Cave Iblee, in provincia di Ragusa.

La fortuna del platano è dovuta, oltre che alla plasticità biologica ed ecologica, ai significati simbolici che gli sono stati attribuiti in passato e tra questi l’idea della rigenerazione dovuta al cambiare, ogni anno, della corteccia che si distacca in placche irregolari. Il platano era l’albero sacro nell’Asia Minore; è citato nel preludio della guerra di Troia tanto che Elena avrebbe posto fine ai suoi giorni impiccandosi ad un platano dell’Isola di Rodi.

Recentemente la diffusione del platano ha avuto una battuta d’arresto a causa di una grave malattia, il cancro colorato, che ne scoraggia i nuovi impianti. provocata dal fungo Ceratocystis fimbriata, che occlude i vasi e provoca un deperimento con disseccamento della chioma nell’arco di pochi anni, non è che quella più evidente ma è la meno propagabile fra le molte malattie e parassiti perché ha bisogno di un’azione diretta da parte di agenti esterni: l’uomo, in particolare, l’ha diffusa con le operazioni di potatura e/o di taglio delle radici in occasione dei lavori stradali.

Disinfezione degli attrezzi, potature moderate e “fisiologicamente” corrette sono gli accorgimenti doverosi per tutte le specie indipendentemente dalla presenza di focolai di cancro colorato sul platano. Perciò, in attesa di selezionare ibridi dotati di resistenza, la buona pratica di manutenzione potrà arginare il fenomeno.

Intanto, il platano continuerà a offrirci i suoi favori, dall’ombra all’ornamento, giocando il ruolo di primo attore sulla scena dei nostri paesaggi urbani e rurali.

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Marco Fabbri By


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