Una buona progettazione non può non considerare la prospettiva a medio lungo termine e l’interazione che alberi arbusti hanno nel tempo con edifici, recinzioni e manufatti di ogni genere. Gli spazi devono essere progettati con attenzione rispetto alle funzioni a cui il luogo è adibito e alle variazioni che queste possono subire in futuro. Si propongono quattro principi attorno cui eseguire una progettazione sostenibile anche sul piano economico.
Bisogna valutare lo sviluppo delle piante nell’arco di almeno 20 anni. Questo albero che oggi ha una circonferenza di pochi centimetri entrerà in conflitto con gli edifici quando sarà arrivato a maturità? Si tratta di una questione di spazi. Troppo spesso gli alberi sono messi a dimora con sesti d’impianto troppo fitti che condizionano negativamente gli effetti paesaggistici e la gestione. È importante non eccedere nel numero di alberi da mettere a dimora. Talvolta quando le distanze con i manufatti sono troppo ridotte meglio puntare su arbusti e alberi di terza grandezza. Cotogni giapponesi, melograni, e corbezzoli rappresentano una validissima soluzione per i piccoli spazi.
Fiori, frutti e foglie devono colorare e caratterizzare l’area in tutte le stagioni e maggiormente nei mesi più frequentati. È buona prassi inserire una specie caratterizzante per ogni stagione. Per esempio le magnolie per le delicate fioriture primaverili, Lagerstroemia per le potenti fioriture estive, il Liquidambar per i colori delle foglie durante l’autunno, l’albero di giuda per le fioriture brillanti tra inverno e primavera. Solo alcuni esempi per ribadire l’importanza di dare riconoscibilità ai luoghi con una-due specie caratterizzanti per stagione.
La funzione del luogo è tutto. Il giardino di una scuola ha delle prerogative diverse dal giardino di un condominio o da un’aiuola spartitraffico così come dal parco di un ospedale. Il rapporto tra vegetazione, edifici e utenze è importantissimo. Le conifere vanno usate con parsimonia per consentire anche d’inverno l’arrivo della luce del sole in aule e stanze. Allo stesso tempo durante la stagione fredda va assicurata della vegetazione per evitare l’effetto desolazione. I colori vivaci e i profumi possono essere di molto aiuto per i giardini terapeutici in quanto aiutano il riconoscimento dei luoghi stimolando i sensi.
È bene avere una certa elasticità rispetto alla scelta delle specie. I progetti migliori utilizzano specie autoctone e alloctone in un’armonica sinergia. Aree verdi in contesti particolarmente difficili come un’aiuola spartitraffico in centro città richiederanno specie rustiche capaci di adattarsi a temperature molto alte e alla siccità: aceri campestri, frassini, lecci, biancospini ma anche piante aromatiche e mediterranee. Collocare l’albero giusto al posto giusto significa progettare arboreti urbani capaci di durare 30 – 40 anni e anche oltre.
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