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GIARDINAGGIO, ORTO IN TERRAZZO

Proteggere le piante con metodi bio: la guida completa

 

A tutti piacerebbe mangiare verdura sana, bella e gustosa, prodotta nel rispetto dell’ambiente e riducendo al minimo l’impiego di prodotti chimici di sintesi. È per questo motivo che da anni si assiste a una continua crescita della cosiddetta agricoltura biologica (all’estero spesso conosciuta come agricoltura organica), dove il metodo produttivo pone molti limiti all’uso di fitofarmaci.

Eppure quando acquistiamo una mela da agricoltura biologica, questa ci appare rossa, succosa e croccante: come è possibile ottenere produzioni belle da vedere e buone da mangiare senza utilizzare i prodotti di difesa tradizionali? Come tenere lontani gli insetti senza utilizzare l’insetticida? Come contrastare i funghi senza mettere subito mano a un anticrittogamico?

Le basi dell’agricoltura biologica

Per capire come sia possibile questa specie di “magia” che getta tante ombre sul mondo dell’agricoltura biologica, sono costretto a prendere l’argomento un po’ alla lontana… ma cercherò di essere sintetico!

L’idea dell’agricoltura biologica è quella di far crescere gli ortaggi, la frutta e i seminativi in un terreno completo, ricco di tutti i fattori della fertilità. In questo senso, la fertilità chimica è messa in secondo piano e non viene spinta ai massimi livelli. Al contrario si pone molta cura al mantenimento della fertilità fisica e microbiologica, aspetti un po’ troppo trascurati dall’agricoltore convenzionale. In altre parole, l’agricoltura biologica cerca di creare un ambiente quanto più adatto allo sviluppo delle piante, senza forzarle.

Inoltre le piante sono coltivate all’interno di un agroecosistema complesso, lontano dalla semplificazione ecologica che spesso accompagna le aziende convenzionali. La lotta alle malerbe non è così esasperata e, quindi, ai lati dei campi – e un po’ anche in mezzo alle colture – vivono numerose piante che, sebbene “indesiderate”, aiutano a rendere più stabile l’ecosistema. Per esempio, all’interno di questa vegetazione spontanea possono trovare rifugio – e quindi moltiplicarsi – molti insetti utili, come alcuni predatori di fastidiosi parassiti delle piante.

La pianta giusta nel posto giusto

Uno dei primi passi per ridurre la possibilità che si sviluppino malattie nel nostro orto è quello di scegliere le piante – e le varietà – più adatte. Ogni ortaggio ha le proprie caratteristiche specifiche in termini di necessità idriche e termiche. Se alle necessità in termini di acqua possiamo sopperire mediante un’accorta irrigazione, altrettanto non possiamo fare per soddisfare i bisogni di temperatura, fattore fondamentale per garantire alle piante le condizioni ideali per svolgere tutti i processi biochimici e fisiologici (fotosintesi, respirazione, ecc.) indispensabili per ottenere buoni frutti. Più in dettaglio, è bene ricordarsi che ogni specie non solo ha una propria temperatura ottimale di crescita, ma ha anche ben definite temperature critiche e temperature cardinali. Queste ultime sono le temperature minime e massime al di sotto e al di sopra delle quali le funzioni vitali si arrestano per poi riprendere quando la temperatura torna a essere ottimale. Le temperature critiche, invece, sono quelle al di sopra e al di sotto delle quali vi sono danni irreparabili che non consentono di arrivare a produrre alcunché.

In altri termini, quindi, se abitiamo in montagna e disponiamo solo di un piccolo spazio all’ombra sul retro della casa, è inutile cercare di coltivare pomodori: se ci ostiniamo a farlo dobbiamo essere consci che la produzione non sarà la stessa che potremmo ottenere nelle zone più vocate. Inoltre le piante saranno probabilmente più soggette ad attacchi di patogeni.

Se invece scegliamo la pianta giusta al posto giusto, la probabilità che la pianta si ammali a causa di funghi o batteri oppure sia colpita da parassiti è molto inferiore perché sarà molto più “a suo agio”. Un po’ come se noi fossimo costretti ad andare ai tropici con la tuta da sci oppure ai poli in costume da bagno: un po’ di disidratazione o un raffreddore sono il minimo che ci potremmo aspettare!

Imbandire la tavola per i nostri ortaggi

Non è un errore di battitura: prima di imbandire la nostra tavola con gli ortaggi coltivati dobbiamo preoccuparci di imbandire la loro affinché crescano in piena salute. Pensiamoci bene: gustare un appetitoso pranzo della domenica è la stessa cosa di ingurgitare qualche pillola contenente tutti i nutrienti di cui ha bisogno il nostro organismo? Direi proprio di no. Per le piante, vale all’incirca lo stesso discorso: ecco perché reagiscono meglio in un terreno ben strutturato, con una buona dotazione di nutrienti e un buon drenaggio. Fornire loro micro e macro elementi della fertilità non è sufficiente se poi si ritrovano a vivere in un terreno poco ospitale.

Per avere piante sane senza correre immediatamente ai fitofarmaci dobbiamo quindi assicurare alle piante un terreno libero da ristagni (a chi piacerebbe vivere con i piedi costantemente a mollo?), fattore che predispone all’insorgenza di molte malattie fungine.

Un buon apporto di sostanza organica è fondamentale: un tempo nei campi ce n’era molta (la zootecnia era presente in moltissime azienda agricole e le letamazioni erano all’ordine del giorno) mentre oggi i terreni sono un po’ poveri di questo importante fattore della fertilità. È stato dato troppo peso alla fertilità chimica (concimi chimici) e ora ci ritroviamo con tenori di sostanza organica davvero risicati con il risultato che i nostri terreni sono talmente poco strutturati che le piante faticano ad approfondire l’apparato radicale. Nei nostri orti dobbiamo evitare di ripetere l’errore, assicurandoci di incorporare una buona dose di compost (magari autoprodotto) tutti gli anni. L’ideale è disporlo qualche tempo prima della messa a dimora in modo tale che il compost possa iniziare la lenta fase di mineralizzazione e liberare nel terreno glie elementi nutritivi.

Anche la distanza di messa a dimora è importante: la distanza sulla fila e tra le file deve essere regolata per permettere alle piante di svilupparsi a sufficienza e senza entrare in competizione tra loro. La competizione, infatti, significa stress: sappiamo bene quanto questo incida anche sulle nostre difese immunitarie! Quando attraversiamo un periodo di lavoro intenso, quando abbiamo mille cose per la testa è più facile che insorgano piccoli o grandi fastidi per la nostra salute. Lo stesso vale per le piante dell’orto.

L’importanza dell’irrigazione

L’irrigazione gioca un ruolo primario nella diffusione delle malattie vegetali. In primo luogo perché i patogeni si trovano a proprio agio in contesti umidi. Per questo motivo è importante evitare la presenza di acqua sulle foglie che, per quanto possibile, dovrebbero essere sempre ben asciutte. Meglio quindi abbandonare la classica canna dell’acqua e ricorrere a irrigazioni “da sotto”, o per scorrimento oppure, meglio ancora, tramite microirrigatori o ali gocciolanti che, tra l’altro, possono agevolare gli interventi in quanto facilmente abbinabili a un programmatore orario. Attenzione però: irrigare direttamente il suolo non risolve tutti i problemi! Infatti sono numerose anche le malattie a carico dell’apparato radicale e, anche in questo caso, sono favorite da ristagni di umidità.

Il consiglio è quello di ricorrere a irrigazioni abbondanti ma ben distanziate evitando di bagnare tutti i giorni: in questo modo si riduce il quantitativo di acqua libera e, in generale, si rende più difficile lo sviluppo dei patogeni. Ma questa pratica ha un altro vantaggio: irrigando a distanza di qualche giorno, lo strato più superficiale di terreno si asciuga e questo spinge gli ortaggi ad approfondire l’apparato radicale. Un apparato radicale profondo e ben sviluppato esplora un quantitativo maggiore di terreno, assorbe più nutrienti ed è capace di resistere meglio a eventuali shock idrici. Cosa succederebbe, infatti, se abituassimo le nostre piante a essere irrigate tutti i giorni e poi, proprio mentre siamo via per un fine settimana, dovesse arrivare un’ondata di calore? Un apparato radicale superficiale non saprebbe dove andare a pescare l’acqua necessaria e le piante entrerebbero in una situazione di forte stress.

Inoltre, l’irrigazione – anche in questo caso sul banco degli imputati c’è soprattutto l’irrigazione per aspersione (a pioggia) – può favorire la risalita dei patogeni dal terreno (dove spesso svernano) alle foglie delle piante. L’impatto delle goccioline di acqua sul terreno, al pari della pioggia naturale, solleva infatti piccole particelle di terreno capaci di veicolare i propaguli di funghi sulla pianta.

Ricordiamoci delle rotazioni

Le rotazioni sono alla base dell’agricoltura biologica. Ricordiamoci sempre che ogni ortaggio ha le sue specifiche esigenze in termini nutrizionali ed è colpito da patogeni specifici. La monosuccessione è quindi da evitare non solo perché impoverisce il terreno, ma anche perché “seleziona” i patogeni, favorendo lo sviluppo di quelli cui la specie coltivata è particolarmente sensibile. Se invece procediamo a rotazioni attente non si assisterà alla formazione di una popolazione di patogeni specializzata nei confronti di una coltura, ma avremo una popolazione più eterogenea – dove i diversi funghi sono quasi in equilibrio tra loro – che non sarà quindi così aggressiva nei confronti della specie in campo in quel momento.

Aiutiamo gli insetti utili!

Salvaguardare gli elementi naturali circostanti l’orto – per esempio, come nel mio caso, l’elemento naturale principale è l’area a giardino – gioca un ruolo fondamentale. Nelle siepi, nei muretti a secco, nei prati fioriti, tra gli arbusti e sugli alberi vivono una miriade di insetti utili al contenimento di parassiti. Insetti che collaborano con l’orticoltore senza chiedere nulla in cambio se non un po’ di spazio naturaliforme dove passare indisturbati il proprio tempo. La simpatica coccinella, tanto amata dai più piccoli, è in realtà un predatore instancabile di afidi: l’adulto ne può mangiare decine e decine al giorno, mentre in fase larvale (in questo periodo l’aspetto non è poi così simpatica) la coccinella può predare oltre cento afidi al giorno. Un alleato insostituibile che, tra l’altro, interviene solo se necessario perché è in grado di “fiutare” a distanza la presenza di parassiti e spostarsi di conseguenza da una pianta all’altra o dall’orto al giardino.

Se nei dintorni dell’orto sono presenti anche piante pollinifere, allora abbiamo fatto centro! Queste attirano infatti gli insetti come api e bombi, importantissimi per la fecondazione dei fiori e, quindi, per lo sviluppo dei frutti che poi noi consumiamo.

Piccola farmacia per l’orto biologico

Tutti gli accorgimenti precedenti non sono sempre sufficienti per contrastare parassiti e patogeni che possono colpire i nostri ortaggi. Per questo motivo, quando la scelta delle colture e le attenzioni agronomiche non sono completamente efficaci, dobbiamo ricorrere a fitofarmaci quanto più possibile ecocompatibili.

Ovviamente, questi preparati – di norma di origine naturale – sono meno efficaci dei corrispondenti prodotti di sintesi e, quindi, è importante entrare spesso nell’orto per verificare lo stato delle colture, valutarne attentamente le condizioni fitosanitarie e di sviluppo in modo da intervenire non appena vi siano i primi segnali di allarme.

Uno dei preparati biologici più conosciuti è il cosiddetto macerato di ortica. Questo si prepara a partire da Urtica dioica o, meglio, Urtica urens tramite macerazione di un chilogrammo di pianta fresca in dieci litri di acqua. Dopo 12 ore di immersione – avendo cura di mescolare di tanto in tanto – il macerato è pronto per essere utilizzato. Prima dell’uso è bene filtrarlo altrimenti avremo difficoltà a distribuirlo con il nebulizzatore. Il macerato diluito (un litro di macerato in dieci litri di acqua) può essere somministrato direttamente sulle piante per il controllo dei parassiti.

Un preparato molto simile – conosciuto come macerato polivalente – si ottiene in modo analogo al precedente utilizzando ortica, aglio, rosmarino e lavanda. Questo preparato ha una funzione repellente nei confronti degli insetti (anche terricoli se dato al piede delle piante).

Anche il sapone di Marsiglia può essere un valido alleato: sciolto in ragione di 10-20 grammi per litro di acqua, il preparato ha una buona azione insetticida e agisce con rapidità, soprattutto nei confronti degli afidi. Meglio usarlo nelle ore più fresche della giornata perché può provocare ustioni fogliari alle varietà più sensibili.

Altri preparati utili per il contenimento dei parassiti – ma che non possiamo preparare in autonomia – sono i prodotti a base di Bacillus thuringiensis e quelli a base di piretro. Da non dimenticare, inoltre, i prodotti a base di ortofosfato di ferro per il controllo di lumache e chiocciole, qualora la loro “invasione” è tale da suggerirne il contenimento.

Per contrastare i patogeni fungini, possiamo preparare un macerato di equiseto che assume funzione rinforzante e fertilizzante, aiutando la pianta a rispondere a eventuali attacchi di patogeni. Per i prodotti a base di rame, zolfo e simili – pur ammessi in agricoltura biologica – dobbiamo rivolgerci a un rivenditore specializzato. Ma se stiamo attenti e seguiamo scrupolosamente le buone pratiche agronomiche, l’acquisto di prodotti fitosanitari sarà veramente ridotto al minimo!

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Luca Masotto By


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