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GIARDINAGGIO, ORTO IN TERRAZZO

Le cure autunnali agli alberi da frutto nani

 

Cosa c’è di meglio di un albero da frutto in vaso per creare un angolo di campagna sul terrazzo o sul balcone? Quasi tutte le piante da frutto sono adatte alla coltivazione in contenitore ma, per evitare difficoltà fisiologiche e preservare un po’ di spazio per il gioco e lo svago, è bene orientarsi verso varietà nane. Di solito le dimensioni ridotte sono date dalla presenza di un portainnesto nanizzante, ma sono disponibili anche forme nane selezionate per via genetica oppure tramite il più complicato triplo innesto (dove il nanismo è favorito da una porzione di legno tra portainnesto e marza).

L’importanza del rinvaso

Comunque sia stato ottenuto il nanismo della pianta da frutto, una delle operazioni fondamentali per mantenerla in buona salute è il rinvaso. Gli ultimi mesi autunnali sono il periodo ideale per questa operazione, a meno che si abiti in zone con inverni davvero gelidi (in questo caso meglio posticipare il rinvaso a marzo). Si dovrà prendere un vaso di grandezza adeguata all’interno del quale depositare il terriccio adatto alla specie prescelta, lasciando un buco centrale dove adagiare il pane di terra e irrigando immediatamente. Per quanto possibile, il terriccio da impiegare dovrebbe essere simile a quello originario per evitare che, con il freddo invernale o la perdita di umidità, il pane di terra sia “espulso” dal terreno circostante.

In questa stagione dobbiamo anche eliminare le foglie cadute a terra. Se non sono affette da malattie possiamo utilizzarle per ottenere un buon compost, altrimenti è meglio allontanarle o bruciarle.

Le malattie più frequenti

L’utilizzo di prodotti rameici – autorizzati anche in agricoltura biologica – consente di proteggersi da buona parte dei patogeni o, per lo meno, di limitare i danni. Tra le malattie più frequenti troviamo il corineo che colpisce il ciliegio provocando la tipica “sforacchiatura” della vegetazione: un trattamento dopo la caduta delle foglie, seguito da un’applicazione prima del germogliamento, dovrebbe essere sufficiente per scongiurare conseguenze gravi. Lo stesso vale in linea di massima per la prevenzione della bolla del pesco (in questo caso è preferibile l’uso di solfato di rame). Per contrastare i cancri rameali di meli e peri, oltre al trattamento alla caduta delle foglie, si può intervenire dopo la potatura, quest’ultima utile anche per asportare i rami colpiti. Per il cancro batterico del susino, infine, se l’attacco appare particolarmente intenso, è bene effettuare due o tre trattamenti nel periodo della caduta delle foglie.

Prima di intraprendere qualsiasi trattamento, occorre leggere con attenzione le etichette e attenersi alle indicazioni riportate. Inoltre, in questa stagione, si devono evitare interventi sugli agrumi, dal momento che si avvicina l’epoca della raccolta.

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Luca Masotto By


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