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GIARDINAGGIO

Terreni tenaci: come difendersi

 

In agronomia la tenacità di un terreno misura la resistenza che il suolo oppone alla penetrazione degli strumenti di lavoro. Si tratta di una proprietà fisica che è bene conoscere sia perché da essa dipende la fatica che faremo per coltivare i nostri ortaggi, sia perché dobbiamo saperla gestire per evitare di incorrere in disavventure orticole che possono avere ripercussioni negative sul raccolto.

In linea di massima un terreno è considerato tenace se la percentuale di argilla supera il 40% (o meno, se è presente poca componente sabbiosa), eventualità abbastanza diffusa in tutta Italia. In estate questi terreni appaiono secchi e “screpolati” e tendono a seccare formando crepacciature molto evidenti; da bagnati, invece, i terreni tenaci diventano facilmente modellabili e, se lavorati, le zolle appaiono lisce, quasi lucide.

Le conseguenze delle caratteristiche dei terreni tenaci

Queste caratteristiche visive hanno conseguenze importanti sulla vita delle piante da orto. Dobbiamo perciò prestare attenzione alle condizioni del terreno al momento della vangatura e della messa a dimora degli ortaggi. Lavorare un terreno tenace bagnato provoca la destrutturazione del suolo: le terra non sarà più un amalgama soffice ben areata ma sarà costituita da tanti “mattoni” difficilmente penetrabili da parte delle radici. La conseguenza è che le piante non potranno sviluppare l’apparato radicale e approfondirlo per sostenere la crescita della parte aerea. Peggio ancora se, invece di lavorare tutta l’aiuola, ci limitiamo a mettere a dimora la piantina in una buca scavata con una paletta: in questo caso il foro praticato prende le sembianze di un piccolo vaso di argilla, unico spazio a disposizione delle radici. Queste ultime, quindi, assumeranno uno sviluppo spiralato, proprio come se dovessero crescere per tutta la stagione all’interno del contenitore nel quale le abbiamo acquistate.

Indicazioni per ottenere ottimi risultati

Come evitare questi inconvenienti e, più in generale, come ottenere buoni risultati anche in suoli tenaci? Il primo accorgimento è quello di toccare il terreno solo se è in tempera (ossia se non è eccessivamente bagnato) al fine di evitare lisciature. In seconda battuta, è bene migliorare le condizioni fisiche del suolo apportando sostanza organica: questa agisce alla stregua di un collante naturale e favorisce l’aggregazione delle particelle riducendo la destrutturazione tipica dei suoli tenaci. Incorporare sabbia, invece, porterà a risultati limitati a meno di utilizzarne notevoli quantitativi in modo ripetuto nel tempo. Inoltre è importante distribuire questi “ammendanti” su tutta la superficie e non solo nelle buche di impianto, altrimenti queste ultime rischiano di diventare piccole vasche di accumulo dove confluirà l’acqua di pioggia e di irrigazione.

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Luca Masotto By


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