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GIARDINAGGIO, ORTO IN TERRAZZO

Curare il terreno stanco nei vasi in terrazzo e in giardino

 

Come può un terreno, sostanza inerte e inanimata, essere stanco? La risposta a questo apparente paradosso deriva dal fatto che il suolo, lungi dall’essere un semplice insieme di particelle, è in realtà una sorta di organismo vivente dove la biodiversità è davvero molto elevata: particelle, funghi, sostanza organica, batteri, radici, sono tutti protagonisti di un equilibrio tanto sofisticato quanto fragile. Equilibrio che deve essere salvaguardato quanto più possibile per evitare che le piante entrino in una sorta di  stress che le porta al deperimento e a una minore produzione.

Le difficoltà della coltivazione in vaso

Questa dinamica vale ovviamente anche per le coltivazioni in vaso. Anzi, per queste ultime, il fenomeno può essere ancora più accentuato dal momento che la quantità di suolo presente in un contenitore è molto ridotta: basta un minimo fattore di disturbo e la problematica si instaura rapidamente. Si consideri, inoltre, che in vaso, per ovvi motivi, sono molto ridotti i flussi di biodiversità con gli ambienti circostanti e, quindi, non si può sperare in un aiuto “esterno” come invece accade in giardino.

Come evitare la stanchezza del terreno per le coltivazioni in vaso

Come evitare quindi che il terreno entri in questo status di stanchezza e comprometta le nostre produzioni orticole? Il principale accorgimento da seguire è quello di evitare coltivazioni ripetute della stessa specie o, meglio, della stessa famiglia botanica. Negli orti per hobbisti, il rischio principale è costituito dalla grande famiglia delle solanacee alla quale appartengono molte delle colture più amate: pomodori, melanzane, patate, peperoni (questi ultimi, tra l’altro, sono tra i più colpiti). Questi ortaggi – ma lo stesso principio vale per tutti i cavoli e tutte le tipologie di zucca e zucchina – non devono essere coltivati in monosuccessione, bensì essere intervallati da una specie appartenente a una famiglia botanica differente. In altri termini, è importantissimo che venga salvaguardata quanto più possibile la biodiversità vegetale in modo tale da mantenere vive e vitali le comunità biotiche del terreno e, al contempo, evitare l’accumulo di inoculi di patogeni e di sostanze a potenziale azione fitotossica.

Come rivitalizzare il terreno stanco in vaso

Oltre a questo, per attenuare il fenomeno, possiamo incorporare nel terreno quantitativi importanti di sostanza organica capaci di rivitalizzare il suolo e renderlo così più stabile e resiliente. L’accorgimento è valido anche per le coltivazioni in vaso; in questo caso, però, considerando la natura dei substrati di coltivazione è forse preferibile sostituire completamente il terreno ogni due o tre anni in modo da apportare nuove sostanze nutritive e migliorare la vita microbica.

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Luca Masotto By


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