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PRATO SPORTIVO

La manutenzione autunnale di un manto erboso sportivo

 

In questo momento possiamo richiedere al prato queste prestazioni, se siamo partiti da dotazioni professionali in termini di risorse, manuali delle procedure e caratteristiche di base del terreno di gioco, quindi a noi la palla.

Il TAGLIO. E’ stupefacente come questa operazione possa determinare da sola buona parte del grado di qualità di un manto erboso ed è doveroso riporre la massima attenzione nei diversi aspetti, che partono dalla conoscenza della fisiologia della graminacea e arrivano alle innovazioni tecniche dei tosaerba, passando per la modalità in cui il prato si accresce o per le aspettative nostre o del nostro cliente. Questi ed altri aspetti possono influenzare e incidere sulla qualità finale di un manto erboso, data non da un “taglio” ma da un “sistema di taglio”, sistema formato dalla nostra esperienza e arricchito dalle esperienze altrui. L’attrezzatura sembra essere il punto focale intorno a cui dipanare l’operazione: la macchina!

Ma cosa può influenzare l’acquisto di una buona macchina per campo di calcio?

L’adeguatezza, termine che intende dire: larga abbastanza, veloce non in velocità ma in termini di lavoro, potente che non si affanni, robusta nelle sue parti, affidabile per persistere, agile nei movimenti, professionale nella sicurezza, funzionale per quanto serve, insomma sempre pronta a partire.

Qui è il luogo dove concentrare l’investimento, in una macchina a taglio di tipo elicoidale e con l’attrezzatura perché sia sempre efficiente ovvero abile ad eseguire la lappatura affinché sia una forbice a tagliare ogni filo d’erba, e non uno strappo. Un taglio netto che sia barriera all’ingresso di patogeni e non un taglio sfilacciato che mostri un falso colore giallo.

Forzare la coltura è lo spirito che anima in modo irrazionale il greenkeeper, e tenere a terra il colletto con uno scopo inconscio ma di grande concetto: accorciare gli internodi, ecco ciò che rende fitto e cespitoso il prato, che lo mantiene soffice e verde intenso, che lo renda competitivo nel gestire la luce preziosa, nel sviluppare un apparato radicale tra i più fini e delicati in natura, ma così predisposti a resistere a forze estreme come quelle di un tackle muscoloso. Ecco la grandezza di questa minuscola pianta nell’adattarsi a condizioni così rilevanti quasi contro natura come rimuovere con violenza una parte vitale così necessaria alla sopravvivenza e alla costruzione della propria materia, la molecola della clorofilla, colossale congegno biochimico.

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Fabrizio Salto By


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