info@greenservice.it
rush-348481_1280

PRATO ORNAMENTALE

La semina: 10 regole d’oro (prima parte)

 

1. QUALI ESSENZE UTILIZZARE?

Questa impostazione dà l’impronta essenziale delle caratteristiche del nostro prato e le scelte sono di carattere sistematico, estetico, funzionale e di budget. Prima di tutto la posizione geografica e la climatologia pongono la scelta tra specie microterme nei climi temperati e specie macroterme nei climi caldi e aridi, ben sapendo che questa demarcazione non è tracciata da una linea definita ma è influenzata da altri fattori come il grado di manutenzione e la presenza di impianto di irrigazione. Le specie microterme più utilizzate nel nostro paese sono principalmente Lolium Perenne e Poa Pratensis per i manti erbosi sportivi e ornamentali di qualità, e Festuca Arundinacea, ormai la regina dei nostri prati, con ottime caratteristiche di persistenza e resistenza agli stress ambientali. Agrostidi e Festuche fini occupano oggi posizioni marginali sul mercato. La specie macroterma per eccellenza è Cynodon Dactilon meglio conosciuta come “Bermuda”, specie fine ma aggressiva, stolonifera e di alta capacità di insediamento, con temperature medio alte

2. QUALE MISCUGLIO ?

Scelta altrettanto decisiva per ottenere quel tipo particolare di manto erboso che abbiamo in mente nelle zone temperate che possiamo dire comprendono quasi tutto il territorio italiano. Prato ornamentale fine? Scegliamo la classica miscela Lolium P., Poa P. e Festuche rubre, che si adatta alle condizioni tipiche di un giardino dove prevale un mix di microambienti. Un prato sportivo, quindi più adatto a sopportare calpestio ma anche pronto alla ripresa deve contenere varietà di Lolium P. e Poa Pratensis. Punto. Le tendenze degli ultimi anni, grazie anche alla evoluzione varietale, per un prato esteticamente valido e resistente in generale vedono l’utilizzo di Festuca Arundinacea, solitamente raffinata in miscela con Poa P. e a volte con rapido insediamento dato da Lolium P. Agrostide stolonifera ? lasciamola decisamente all’uso di putting green a manutenzione intensiva. Per tutte le zone semiaride? Decisamente Bermudagrass!

3. QUALE SUBSTRATO?

Certo la progettazione di un profilo di terreno ottimale ci permette di produrre un substrato ideale, ovvero sciolto, fertile e con un mix di inerti abile a stimolare una forte radicazione. Questo di solito non avviene, pertanto dobbiamo avere cura che sia assicurato un drenaggio sufficiente, che vi sia almeno un contenuto in sabbia del 70% e che sia lavorabile per procurare un buon letto di semina, lavorato almeno per 15 cm. e in ogni caso arricchito con alcuni mm. di sabbia silicea miscelata nei primi strati. Una analisi chimico-fisica del terreno aiuta ad ovviare ad eventuali carenze importanti a carico di pH, elementi quali Fosforo, Ferro e Magnesio, e CSC.

4. QUALE PERIODO ?

La stagionalità climatica che influenza in modo diverso le varie zone del Paese impone di conoscere che cosa succede nel periodo che segue la semina e quali sono le esigenze di una piantina che deve affrontare stress ambientali di non poco conto. Quindi ci adoperiamo affinché il mio seme diventi presto una pianta adulta e competitiva e per ottenere lo scopo valutiamo quando sono i periodi più indicati, quando iniziano e quanto durano. Il momento ideale è il termine dell’estate, quando le giornate si raccorciano e la temperatura media diventa accettabile, periodo che può essere anche lungo e che va incontro ad un momento di riposo, l’Inverno. La seconda scelta è la fine dell’Inverno, dove precocemente il seme attende il riscaldamento in arrivo, per affrontare un periodo estremamante favorevole, che di solito finisce con la fine di Maggio. Ogni altro momento riduce la sicurezza, aumenta i costi finali di insediamento, rallenta l’arrivo dei risultati attesi e influisce sulla competitività verso agenti esterni.

5. QUALI ATTREZZI ?

Nella linea teorica il seme deve essere messo lì, a 1 cm. di distanza da quello vicino e a 5 mm di profondità, in modo omogeneo e regolare su tutta la superficie. Può sembrare una facile operazione da compiere a mano? Anche il miglior operatore, oggi che ha molti compiti, sceglie una modalità meccanizzata che aiuti ad ottenere quanto si è detto. Utilizziamo un carrello spandisementi dove poi andiamo a rastrellare per ricoprire leggermente il seme, o disponiamo anche su noleggio di una macchina operatrice che compie l’operazione in modo preciso, veloce e soprattutto definitivo, compresa rullatura indispensabile affinché ogni seme non sia esposto minimamente all’aria, così da rallentare fortemente il tempo di germinazione.

LEGGI LA SECONDA PARTE

© Riproduzione riservata

Print Friendly

Fabrizio Salto By


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *