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PRATO ORNAMENTALE

E’ in arrivo la stagione umida. Chi fermerà il muschio?

 

Una delle evidenze di un substrato poco adatto alle esigenze del prato è la presenza di muschio e di formazioni di alghe. Le troviamo in molte zone dei nostri giardini condizionati da un tipo di terreno “pesante”, di granulometria troppo fine, di consistenza limosa che di conseguenza trattiene l’umidità, sia in forma macroscopica con evidenti ristagni, sia in forma latente.

Il grado di evidenza inizia con la formazione sulla superficie del terreno di una patina nerastra, lucida, vischiosa, che vira verso il verde con l’inizio della attività clorofilliana al formarsi dei primi gameti cellulari, indipendenti dal punto di vista nutrizionale. Da qui la formazione di Briofite, comunemente chiamate muschio, che entrano in forte competizione con il prato, senza peraltro essere piante aggressive come possono ritenersi le erbe infestanti. I muschi rappresentano dei veri e propri agenti di degrado e di decadimento progressivo del tappeto erboso, soprattutto negli impianti di pregio. Si manifestano con strutture fibrose intimamente intrecciate nella struttura del prato, formano una specie di tappetino sopra il manto erboso con formazione di croste nerastre o di mucillaggini; non danneggiano direttamente le specie del prato, ma ne deteriorano l’aspetto complessivo e in certi casi possono portare ad un soffocamento parziale dell’erba. Non sono forse le uniche anomalie del nostro prato, che a questo stadio presenta già condizioni di debolezza, densità limitata, colore chiaro, tendenza allo strappo. E la manutenzione, riconosciamolo, non è stata attenta a prevenire le irregolarità dell’ambiente circostante. La concimazione è stata fatta secondo un piano studiato con fertilizzanti di qualità, o ha avuto solo occasionali interventi ?  Diciamolo, una analisi del terreno non l’abbiamo mai fatta, ma un occhio attento e due dita che afferrano una zolletta ci mostrano un terreno troppo fine, dove l’ossigeno destinato alle radici è non lo si può immaginare. Sì, le radici respirano in quanto vivono, liberano gas per osmosi e per scambio cationico assorbono i nutrienti, che viaggiano appunto nella porosità contenuta nel substrato. La porosità, appunto, ben disponibile nei terreni “leggeri”, contenenti sabbia in percentuale almeno del 70%, e non compattati da traffico di vario genere

Semplicemente, le condizioni favorevoli al muschio sono avverse al tappeto erboso, vediamo quali:

  • terreno argilloso o limoso
  • terreno alcalino con pH inadeguato
  • elevato compattamento
  • eccesso di irrigazione
  • drenaggio insufficiente
  • condizioni di ombra e limitata esposizione al sole
  • forte umidità ambientale
  • essenze graminacee non adatte
  • manutenzione non sufficiente
  • prato diradato
  • presenza al suolo di residui erbosi

Questo è il decalogo che ci indica i metodi di miglioramento e di rimozione delle anomalie che hanno potato alla formazione di muschio:

  1. Una manutenzione adeguata è sintomo non solo di sani apporti di materiali e risorse, ma anche di un sano spirito di cura del nostro prato
  2. Un top dressing, ovvero spargimento sul terreno di uno strato uniforme di 2-3 mm di sabbia medio-grossa, consente di incrementare il riscaldamento della superficie – quindi evaporazione dell’umidità -, migliora la struttura del terreno modificando fortemente il rapporto tra le particelle del suolo e migliora il drenaggio superficiale aumentando la porosità
  3. La carotatura permette di rimuovere porzioni (carote) di suolo pesante che solitamente viene sostituito da sabbia, con la creazione di canali verticali di drenaggio
  4. La bucatura in profondità (es. Vertidrain) smuove il suolo a – 10/-15 cm incrementando la presenza di aria utile alla espansione dell’apparato radicale.
  5. L’apporto di Solfato di Ferro in soluzione liquida permette l’eliminazione rapida del muschio ma, attenzione, non rimuove le condizioni negative del contesto suolo/aria
  6. L’utilizzo di fertilizzanti di qualità, con nutrienti abbinati a Zolfo e con presenza di utili microelementi, allontana le anomalie e alza il livello di competizione naturale del prato
  7. La scarifica o arieggiatura rompe la crosta superficiale e rimuove fisicamente il muschio, con liberazione del passaggio verticale degli elementi utili alla ripresa vegetativa
  8. Se abbiamo molte piante intorno a questo prato, esse tolgono ventilazione, luminosità e irraggiamento diretto. Bene, qui possiamo fare molto, con adeguata potatura o riduzione della piantmazione.
  9. Le essenze da prato più indicate sono le Festuche: Arundinacea in caso di ombra “tiepida” come quella causata da strutture rigide, Rubra spp. in caso di ombra “fresca” come quella indotta da piante.
  10. L’attacco chimico con Glifosate è la soluzione ultima, laddove abbiamo la necessità di eliminazione totale della vegetazione, compreso muschio. Drastica e ragionata decisione, quando abbiamo programmato anche il miglioramento delle condizioni “strutturali”

© Riproduzione riservata

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Fabrizio Salto By


1 Commento

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