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LIFESTYLE

Umore e stagioni: come contrastare il cattivo umore stagionale a tavola

 

In inglese tristezza si dice SAD, lo sappiamo tutti.

Ma forse non tutti sappiamo che questo termine ha un significato psicologico: SAD sta per Seasonal Affective Disorder, ovvero disordine affettivo stagionale, quella sensazione di tristezza/depressione che ci coglie in autunno/inverno.

I sintomi sono individuabili in: fatica, letargia, diminuzione del desiderio sessuale, diminuito interesse in varie attività sociali, fame di carboidrati con conseguente aumento di peso.

È una condizione spesso associata alle persone adulte: inizia tra i 18 e i 30 anni e colpisce il 10%-20% (Magnusson 2000) di tale popolazione con andamento stagionale. Altri studi hanno evidenziato che questo disordine affettivo è presente anche nei più piccoli; Swedo et al (1995) hanno affermato che ne soffre tra il 1,7%-5,5% di persone tra i 9 e i 19 anni con un andamento crescente con l’età ed una maggior frequenza per le ragazze durante la pubertà. Il disordine affettivo stagionale colpisce più le popolazioni nordiche (Lingjaerde et al 1986; Potkin et al 1986), zone notoriamente meno irradiate dal sole.

La causa è riconducibile ad uno sbilanciamento biochimico che si realizza a livello della ghiandola pineale, o epifisi, a seguito di una ridotta stimolazione luminosa, caratteristica dei periodi autunnali/invernali, con conseguenze che si registrano a livello del ritmo circadiano, dei livelli di melatonina e di serotonina.

I ritmi circadiani dipendono da un sistema endogeno, che si mantiene sincronizzato con il ciclo naturale del giorno e della notte mediante stimoli naturali come la luce solare e la temperatura ambientale. Il passaggio estate-inverno cambia il tempo in cui la melatonina è rilasciata.

La melatonina è prodotta dall’epifisi e regola il sonno-veglia. Viene sintetizzata in assenza di luce raggiungendo concentrazioni ematiche massime attorno alle 2-4 di notte. La minore esposizione solare in autunno ed inverno porta ad un’aumentata sintesi di melatonina, che deriva dalle serotonina, che diminuisce sensibilmente.

La serotonina la conosciamo tutti, è l’ormone della felicità. Ma ahimè tende a scarseggiare in questi periodi portandoci, a volte, a sviluppare questo disordine affettivo stagionale. Associandola all’umore pensiamo sia presente per lo più nel nostro cervello (regola l’umore, il sonno, la temperatura, l’appetito e la sessualità); in realtà ne abbiamo il 95% nell’intestino (ne regola la motilità e l’igiene). È quindi fondamentale prendersi cura anche di questo importantissimo organo, che nonostante stia nascosto, riveste dei compiti fondamentali. La serotonina deriva a sua volta dal triptofano, un amminoacido essenziale che dobbiamo introdurre con l’alimentazione. Per essere assorbito a livello intestinale deve competere con gli altri amminoacidi, ma se è presente contemporaneamente l’insulina, segue una via preferenziale e viene assorbito con più facilità.

Guarda un po’…in autunno/inverno abbiamo più voglia di mangiar carboidrati. Tutto torna: più carboidrati, più insulina, più triptofano assorbito, più serotonina. Voilà, come funziona tutto bene.

Ora vi domanderete: “…e cosa dobbiamo fare allora?”

Ancora una volta un grande aiuto viene dalle nostre tavole, o meglio…da quello che vi mettiamo!

Via libera ai cibi ricchi in melatonina: cereali integrali, avena, noci, mandorle, semi di zucca, semi di sesamo, cacao amaro, banane, datteri, cipolle, tè verde, piselli, mais, ecc…

E non dimentichiamoci dei cibi ricchi in triptofano (per la sintesi della serotonina): farro, miglio, fagioli, lenticchie, spinaci crudi, mandorle, pinoli, ecc…

Bene! Rimbocchiamoci le maniche e non lasciamo che la SAD intristisca le nostre giornate. Via la malinconia e spazio ad appaganti sonni, all’attività fisica, all’uscire, al controllo della dieta, a nuovi hobbies.

Potete seguire la dottoressa nutrizionista Raffaela Durastanti sulla sua pagina Facebook.

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Raffaela Durastanti By


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