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PRATO SPORTIVO

Il profilo strutturale di un terreno di gioco

 

Oggi parliamo di come dovrebbe essere strutturato un terreno di gioco affinché possa svolgere le sue numerose e complesse funzioni, ovvero quelle di ancoraggio, di nutrizione e di supporto planare, le quali consentano il gioco del calcio ad ogni livello.

In generale la costruzione ex novo di un terreno di gioco è adatta ad ogni tipo di sport ma nel caso di un manto erboso per campi di calcio l’attenzione è rivolta principalmente alla manutenzione del manto erboso, che deve adattarsi a stress ambientali che conosciamo bene. Gli apparati radicali devono svilupparsi in un ambiente agevole, aerato, fertile dal punto di vista chimico, organico e biologico e il giusto mix di combinazioni è l’obiettivo del tecnico progettista, che assieme al gestore li deve considerare per garantire la tenuta del prato nel tempo.

Soprattutto la frequenza e l’intensità di utilizzo del prato incidono spesso negativamente sulle aspettative e sui budget a disposizione, e per questo motivo le considerazioni di base sono necessarie per un buon progetto. Vediamo quali sono.

Le variabili che possono incidere sull’utilizzo del campo sono le seguenti:

Concentrazione di ore/gioco nel periodo

Un campo può affrontare in modo diverso lo stesso numero di ore giocate settimanalmente a seconda che esse si trovino in un week-end o in modo costante sui 7 giorni. Nonostante sia sufficiente indicare solitamente il numero di ore settimanale di utilizzo, questo numero è suscettibile di critica o modifica, in quanto la concentrazione di gioco incide sulla capacità di resistenza del prato. Ciò è determinante per il recupero delle piantine sotto stress o scalzate dal terreno e il ripristino immediato mediante retopping può fare la differenza su un terreno invece lasciato in questo modo ad affrontare gli eventi immediatamente successivi.

Competitività e agonismo del gioco

Alcune gare sono semplicemente basate sull’allenamento e sulle scelte tecniche del preparatore; diversamente, troviamo momenti di acceso agonismo e di scontro fisico che incide notevolmente sulla tenuta del prato nel tempo. Il peso e la categoria del giocatore apporta una sollecitazione così variabile da considerare questa voce fortemente incidente sulla resistenza del prato, pur vedendosi raramente messa in esame. Inoltre questi atteggiamenti mostrano variabilità anche nelle diverse zone deteriorate del campo: partite tecniche si svolgono su una maggior superficie rispetto a match di pura forza. Tutti questi dati influiscono sulla progettazione del corretto mix di terreno.

Caratteristiche del mix di composizione il terreno – contenuti biochimici, fisici ed organici

La costruzione del miglior profilo di un terreno di gioco può essere ricondotta in quattro categorie:

  1. Suolo originario
  2. Suolo sabbioso modificato
  3. Suolo sabbioso ammendato
  4. Suolo sabbioso

1.  Terreni di gioco con suoli comuni nativi o comunque di riporto sono purtroppo frequenti nel panorama dei campi sportivi in Italia. Sono normalmente composti da particelle fini o comunque da miscele di particelle non sufficienti a creare un ambiente ossigenato e drenante, pur nella loro proprietà non così critica di buona ritenuta idrica e di conseguenza buon grado di fertilità biologica. Il vantaggio è di una buona crescita vegetativa e in caso di limitato utilizzo prevale un’eccellente tenuta alla trazione sotto sforzo; per contro, il drenaggio è il fattore limitante nella stagione piovosa, cosa che può impedire lo svolgimento del gioco nelle situazioni limite. In queste condizioni l’apparato radicale risulta sviluppato solo in superficie, con la tendenza alla riduzione in caso di persistenza di stagione umida e fredda. Il terreno diventa plastico e si comporta come un liquido, forzando verso l’esterno l’acqua in eccesso e rendendo critica la giocabilità e lo scorrimento della palla. In queste condizioni la struttura naturale del terreno non può essere facilmente riportata a livelli sufficienti e diventa necessaria la sostituzione completa del suolo. Questa soluzione è ovviamente la meno dispendiosa in caso di budget limitato.

2. I terreni sabbiosi modificati sono quei terreni nativi cui è stata aggiunta sabbia allo scopo di aumentare la porosità e la circolazione di aria ed acqua. La sabbia viene aggiunta in fase di top-dressing in presenza o meno di aerazione meccanizzata o vertidrain necessari a creare canali di sgrondo; con l’aumento della sabbia si riduce il compattamento e l’effetto plastico, mentre cresce la deformabilità alle sollecitazioni. Le caratteristiche della sabbia utilizzata hanno grande importanza nella modificazione della struttura e sui conseguenti atteggiamenti del manto erboso e il solo apporto di sabbia non comporta miglioramenti significativi. Tutto il profilo interessato deve essere omogeneo: questo risultato non si ottiene con sporadiche sabbiature, pertanto il programma deve essere continuativo nel tempo e con la corretta frequenza in base ai risultati attesi. Il miglioramento del drenaggio e della aerazione si ottiene con contenuti di sabbia crescenti a almeno superiori al 60% del totale, laddove buoni risultati emergono con contenuti superiori all’80%. Anche la tipologia, la dimensione, la frazione e le condizioni della sabbia influenzano questi numeri.

3. Si considerino terreni sabbiosi ammendati quelli che hanno ottenuto sostanziali modificazioni strutturali già in fase di costruzione rispetto ai terreni nativi, quindi parliamo di terreni di gioco di nuovo impianto. L’aggiunta di grandi volumi di sabbia favorisce questa modalità rispetto a quella precedente e la modalità di miscelazione può comportare comportamenti differenziati. Nel caso in cui il terreno nativo venga miscelato all’esterno dell’area di gioco, e quindi riportato in loco, questa soluzione è preferibile rispetto alla miscelazione eseguita direttamente in campo in quanto il mix ottenibile è più omogeneo e offer una migliore risposta al comportamento delle radici del prato. Anche in questo caso le prestazioni offerte da questa soluzione sono influenzate dalle proporzioni tra terreno e sabbia e dalle caratteristiche di qualità e granulometria di quest’ultima. Il contenuto finale in argilla e limo è altrettanto significativo per le funzioni drenanti del Sistema, che conterrà comunque una frazione organica da valutare nelle componenti qualitative. Questo tipo di terreno assicura nel tempo un buon rapporto costi/prestazioni, se assecondato da un buon piano biotecnico di manutenzione e da interventi a spot necessari a seconda del periodo, tutto sotto validazione di un buon tecnico esperto in materia agronomica.

4. Un terreno di gioco sabbioso è di gran lunga ciò che un tappeto erboso sportivo desidera in termini di ossigenzazione, infiltrazione idrica e resistenza al compattamento. Generalmente l’intensità di gioco su questi terreni può aumentare in modo considerevole, ma bisogna conoscere vari aspetti del comportamento della sabbia, prima di tutto l’assenza di plasticità e l’elevato grado di lisciviazione. L’ambiente fortemente inerte preclude una elevatissima e costante esigenza di elementi nutritivi e di supporti biostimolanti necessari all’equilibrio biodinamico di un complesso sottoposto a diversi stress, come il sovrautilizzo in condizioni di forte pioggia e di bassa temperature. Il fattore più largamente positivo è la predisposizione ad ottenere un apparato radicale denso e profondo, che esplori quanto più suolo per acquisire maggior forza e trazione e per assorbire maggior quantità di nutrienti. Tutto ciò offrirà al tappeto erboso maggior competitività per resistere meglio rispetto ad un normale terreno di gioco che sappiamo avere limiti precisi di sopportazione. Un buon terreno sabbioso, progettato e costruito con precise raccomandazioni e procedure, offre grande velocità di infiltrazione idrica; questa prestazione è richiesta dal calcio spettacolo e dai cambiamenti climatici che ci propongono precipitazioni temporalesche improvise e concentrate in poco tempo. Ancor più è la grande vitalità offerta in termini di contenuti di ossigeno, grazie alla micro e macroporosità offerta dalle particelle sabbiose: la respirazione radicale è un concetto ancora non ben affrontato, ma riveste grandissima importanza per lo sviluppo delle radici nel sottofondo, obbiettivo primario tra i tecnici agronomi che affrontano i problemi dei campi sportivi. Il movimento dell’acqua in questi terreni è il tema più delicato da affrontare: come permettere quella capacità di scambio necessaria alle attività vegetative in un ambiente così biologicamente ostile come quello che contiene solo sabbia inerte? L’equilibrio tra ammendanti e supporti biostimolanti, uniti ad un piano di nutrizione che tenga conto dei consumo e delle perdite di N e K, è sempre instabile e deve essere monitorato attraverso l’occhio esperto del manutentore, abile nel valutare le piccolo continue variazioni nel prato, in termini di colore, omogeneità, velocità di crescita, insorgenza di malattie, ecc. La presenza di anaerobiosi dovrebbe essere scongiurata vista la circolazione di aria nel terreno e ciò è di grande aiuto nell’ottenere le migliori condizioni per la crescita delle radici per uno stato fitosanitario adeguato. La presenza di feltro potrebbe ostacolare questo effetto, pur in presenza di sabbia grossa: infatti il feltro, formazione di strato di residui vegetali sulla crosta, attira l’umidità ristagnante, crea una barriera per la circolazione di ossigeno e nel lungo tempo provoca asfissia radicale. Da qui la necessaria attenzione sia preventive con un occhio preparato, sia curative mediante aerazione e trattamenti metabolizzanti. Un altro fenomeno di ostacolo nei terreni sabbiosi è la formazione di black-layer in condizioni eccessive di caldo-umido, e ciò può provocare asfissia negli strati intermedi con liberazione di solfati in carenza di ossigeno e conseguente contrazione dell’apparato radicale. Tale Sistema di profilo di suolo è sicuramente il più indicato ma nasconde una gestione complessa e irta di ostacoli che il tecnico deve conoscere in profondità ed affrontare con le giuste combinazioni di azioni preventive e di modifica dei piani: la preparazione tecnica, l’esperienza e l’elasticità mentale favoriscono un approccio sempre in adattamento e predisposto ai cambiamenti.

AMMENDANTI PER UN TERRENO SPORTIVO SABBIOSO

Molti prodotti sono stati testati e usati nel tempo per migliorare le prestazioni dei terreni di gioco, sia di tipo organico che minerale che sintetico, anche se è ormai certo che la parte debole dei sistemi sabbiosi è la fragilità fisica che provoca destabilizzazione e instabilità del sottofondo. L’uso di fibre sintetiche miscelate alla sabbia doveva offrire resistenza ma i risultati sono stati limitati. Strati di fibre organiche persistenti come l’Agave hanno mostrato limiti di tenuta nel tempo, altri tentativi di rinforzare la stabilità dei suoli impattano contro forze di stabilità sconosciute e non controllabili. Altri ammendanti sono stati introdotti per il loro effetto sugli aspetti di contenuto idrico e chimico dei suoli. Materiali porosi come diatomee o sabbia vulcanica, o minerali zeolitici ma anche sostanze organiche a lento dissolvimento sono stati introdotti in diverse forme commerciali; tuttavia, la modalità più avanzata consiste oggi nei sistemi denominati “ibridi” ovvero tappeti erbosi naturali con fibre di manto sintetico e struttura adibita a assorbimento elastico dei carichi.

Condizioni climatiche – Piovosità e temperature medie del periodo

Il clima mutevole degli ultimi periodi mal si combina con la natura abitudinaria dell’uomo e con le esigenze di un manto erboso che non ha bisogno di fasi alterne ma solo di condizioni ambientali costanti tutto il giorno, per tutto l’anno. Da qui l’adattamento non facile alle precipitazioni diffuse e concentrate che creano problemi di drenaggio, agli sbalzi di temperature che alterano la modalità di crescita dell’erba, alle combinazioni di tutti gli elementi che sono a interagire con quei 15 cm che costituiscono l’ambiente del prato. Si può solo lavorare con la prevenzione: terreni di gioco ben drenanti, vigile attenzione alle fitopatologie, mix nutritivo con alternanza di soluzioni liquide e solide, misto organiche e minerali, biostimolanti e di complementi, ricordando che qui il prato beve molta acqua e mangia il doppio di un campo tradizionale.

Intensità e grado manutentivo

Il tecnico abile percepisce il livello manutentivo da applicare per massimizzare le risorse disponibili ed applica il proprio Sistema in un equilibrio fatto da attrezzature, personale, tempo e budget a disposizione: certamente non è un gioco facile ma la priorità di chiunque deve orientarsi verso la protezione del tappeto erboso, ovvero nutrizione e difesa fitopatologica. A lato di ciò l’operazione di massima attenzione è il taglio nel suo complesso: stato della macchina, modalità, tempi e un’infinità di dettagli.

Conclusioni

Qualunque metodo si adotti per determinare il miglior profilo di terreno sportivo, la figura del tecnico agronomo è di grande importanza per ottenere un campo di successo e di soddisfazioni, La progettazione e la tipologia di costruzione devono essere adeguati alle aspettative del committente, alla frequenza di utilizzo, al grado manutentivo e al budget prestabilito, ma soprattutto alla qualità del manto erboso e alle esigenze della squadra di gioco. Per questo l’abilità del Conduttore è strategica non solo per le procedure ordinarie ma anche per le scelte progettuali in termini di struttura del suolo.

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Fabrizio Salto By


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