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5. MAGGIO

PRATO ORNAMENTALE

Come aiutare il prato di microterme ad affrontare la stagione invernale

 

Le nostre abitudini in fatto di manutenzione del giardino ci dicono che giunti all’inizio dell’inverno ciò che potevamo fare per proteggere il prato avremmo già dovuto farlo. Non sempre è così però, succede infatti che la stagione più fresca e gli impegni di vita rallentino i supporti che il prato ha bisogno da noi. Ma di fatto ciò che rende il prato vigoroso in primavera è frutto di come sapientemente riusciamo a proteggerlo ora, e per fare questo ci sarà di grande aiuto un piano che inquadri il periodo interessato e che comprenda le operazioni e gli accorgimenti che andiamo qui a sviluppare, verificare ed eventualmente modificare. Ciò servirà anche per avere la dotazione di strumenti e prodotti necessaria, come fertilizzanti, attrezzi dedicati, materiali vari, e soprattutto il tempo, la risorsa più preziosa.

Il piano inizia con le valutazioni di carattere biologico, ovvero le specie di graminacee in uso, il clima della zona, l’esposizione, le avversità, e quelle di tipo antropico, ovvero le esigenze estetiche, il budget, il grado di manutenzione,  l’utilizzo del prato e le risorse disponibili. 

Il Loietto Perenne ha scarsa capacità di resistenza al freddo intenso, così come ben resistente sono la Poa Pratensis o le Agrostidi. Le cultivars più avanzate di Festuca Arundinacea hanno buona persistenza al freddo sia come colore che come vigorosità. Il metabolismo rallenta con il diminuire della temperatura media giornaliera, la pianta assume una forma di difesa, la duplicazione cellulare si ferma sotto i 5 C° e il colore perde il tono a causa della ridotta attività fotosintetica. L’ingiallimento evidenzia le carenze di Ferro e Magnesio solitamente dissimulate dalla crescita stagionale. La climatologia invernale delle zone continentali può prevedere anche notti ghiacciate così come giornate assolate, con sbalzi di temperatura oltre i 10 C° se l’esposizione è rivolta a Sud.

IL PIANO

LA NUTRIZIONE

Anche in inverno la pianta consuma sostanze, fosse solo per la respirazione stessa di un organismo vivente. Abbiamo provveduto ad una buona integrazione potassica per:
1. irrobustire le pareti cellulari
2. rendere forte la pianta verso le avversità
3. mantenere un buon colore
4. mantenere il turgore
Una concimazione potassica da solfati fornita in modo continuativo tutto l’anno con titoli bilanciati avrà un ottimo effetto su manti erbosi intensivi come i campi da gioco.

Sicuramente abbiamo fornito Azoto in forma di cessione moderata per
1. l’autoconsumo
2. la costituzione di riserva nelle radici
3. per una moderata attività nelle giornate tiepide, ora ci fermiamo perché un eccesso di N potrebbe indurre la pianta a produrre nuovi getti e indebolirsi andando incontro a danni da gelate.

I metaboliti intermedi come enzimi, aminoacidi, carboidrati, vitamine o acidi organici possono essere supportati o forniti attraverso la bistimolazione organica, con prodotti specifici che provengono da Acidi Umici, Batteri o sostanza organica umificata.

Un’analisi del terreno effettuata annualmente è un buon investimento che permette di conoscere eventuali carenze ad esempio di microelementi importanti per la produzione di clorofilla così come per il trasporto dell’ossigeno nei tessuti. Anche in questo caso l’adozione di fertilizzanti di qualità spesso produce effetti positivi senza sforzi supplementari.

Gli ultimi tempi hanno visto una rivalutazione del concetto di concimazione radicale: è stato infatti dimostrato che alcuni composti di natura organica possono favorire, direttamente o indirettamente, la crescita di radici prodotte. Tutto ciò assume ancora più importanza se associato alle difficoltà che i professionisti incontrano nell’ottenere tappeti erbosi ben radicati. Troppo spesso l’utilizzo di terreni non idonei, come quelli di riporto, la scarsa cura dei drenaggi, gli eccessi irrigui rendono l’apparato radicale inadatto a svolgere appieno la funzione di ancoraggio e di assunzione di nutrienti a cui è preposto per natura, con conseguente impoverimento del cotico, sprco di risorse e insoddisfazione dell’utente.

LA POSA DI NUOVO SEME

La germinazione di un seme è funzione di umidità e soprattutto di temperature solitamente non riscontrabili in inverno, per questo motivo le trasemine sono rimandate alla primavera. Ciononostante è possibile integrare un prato debole con seme simulando condizioni più favorevoli come la miscela con interricciati, l’incorporazione nei primissimi strati del terreno, la copertura con tessuto non tessuto, la pregerminazione in ambiente controllato, l’uso generoso di cultivars adatte al freddo come quelle di Lolium tetraploide. Ciò che non germina in inverno spesso lo farà ai primi tiepidi giorni.

RIZOLLATURE

Qualora si decida di sostituire con nuove zolle una parte piccola o grande del nostro prato dobbiamo considerare che:

  • l’operazione può essere fatta con temperature minime almeno superiori allo zero
  • l’attecchimento, ovvero l’emissione di radici atte a fissare la zolla al terreno e permettere la crescita del prato, inizia con temperature medie comprese tra 5 e 10 °C
  • in caso di manto erboso sportivo la fruibilità immediata può essere permessa solo zolle di spessore superiore a 4 cm.
  • la disponibilità sul mercato di buon materiale è limitata e pertanto è necessaria la ricerca di un buon vivaio di produzione

LE LAVORAZIONI SUPERFICIALI

Una buona arieggiatura migliora sensibilmente un prato che vive in terreni pesanti, con muschio, con feltro, con scarsa pulizia, permettendo così la circolazione di ossigeno, la riduzione di umidità dannosa al colletto e predisponendo il ad un ambiente più adatto. Un’operazione di Topdressing, ovvero riporto uniforme di 1-2 millimetri di buon mix sabbia/terriccio offre protezione invernale, migliora la planarità e copre nuovo eventuale seme. La corona è il punto critico per la sopravvivenza e la sua copertura permette una fluttuazione ridotta delle temperature, quindi una maggior capacità di sopravvivenza e migliore ripresa vegetativa.

LE LAVORAZIONI PROFONDE

I suoli compattati hanno un coefficiente termico diverso dai terreni ossigenati e sono di norma più freddi in inverno. Una lavorazione mediante bucatura profonda migliora la respirazione delle radici e la circolazione dell’acqua consentendo un rialzo termico moderato ma sensibile per la resistenza del prato nel lungo inverno. Certo l’operazione deve essere eseguita con temperature ancora idonee e fatta seguire da una sabbiatura di topdressing per evitare l’esposizione delle radici all’aria fredda.

NEVE E GHIACCIO

La domanda sorge spontanea: devo rimuovere neve e ghiaccio dal mio prato? Sappiamo che queste condizioni rigide creano fragilità alle foglie che potrebbero rompersi irrimediabilmente al passaggio sulle loro cellule cristallizzate. La neve crea coibentazione e ripara dal gelo, quindi poco male, nelle nostre regioni il ghiaccio fortunatamente non crea situazioni perduranti pericolosamente visto che può persistere almeno un mese sotto una lastra fredda. Di conseguenza lasciamo che gli eventi si disciolgano naturalmente e non calpestiamo il prato di continuo per mantenerne alta la capacità di ripresa. Questo sui prati ornamentali.
Per ciò che riguarda campi di calcio l’obbligo va alla copertura con gli appositi teli in polietilene arrotolati su tubi in PVC, con operazione complessa e ben organizzata: per coprire un campo nelle migliori ipotesi servono 4 persone, mezza giornata e mezzi tecnologici dedicati.

OMBRA

Ogni prato che affronta un inverno rigido in condizioni di debolezza, non ne uscirà bene, e questo vale anche per i prati che vivono di per sé in condizioni carenti, come quelli in ombra. La ripresa è lenta ma può essere agevolata dall’aumento della luce come nel caso di potature specifiche di piante vicine che agevolano inoltre anche la circolazione dell’aria e la riduzione di malattie fungine. Dal punto di vista delle specie utilizzate certo l’ombra non favorisce prati di Lolium o Poa ma predilige Festuche Rubre o Festuca Ovina in caso di ombre “fresche”, o Festuca Arundinacea in caso di ombre “calde”.

L’IRRIGAZIONE

Bagnare il prato in inverno può sembrare fantasioso ma pur con velocità ridottissima la vita continua anche con il freddo, proprio nella stagione con picchi di siccità come quello di questo tardo autunno 2015. Una simulazione di pioggia porta beneficio perché lava le lamine fogliari, limita i picchi termici e consente il movimento dei nutrienti sino al contatto con le radici. Anche in inverno come d’estate, noi bagniamo il prato e l’erba ritorna a rinverdire.

LA MANUTENZIONE ORDINARIA

Tutte le operazioni sono di solito finalizzate ad ottenere la migliore condizione di stato del prato ed anche le ultime fasi autunnali sono dedicate a favorire il miglior adattamento allo stress da freddo. L’ultimo taglio sarà fatto con temperature ancora fresche ma non fredde, abbassando la lama fino a 2 cm. per rimuovere più massa deteriorata ed ottenere una pulizia del sito. La ricrescita lentissima ma perdurante col freddo consentirà infine una discreta altezza di foglia per ottenere una maggior superficie sintetizzante, una maggior competizione verso infestanti ed un maggior vigore fisico verso il calpestìo.
Trattamenti fungini preventivi sono suggeriti tra le pratiche ordinarie, con prodotti a base di Prochloraz e Propiconazolo.
Se il prato contiene molte infestanti, le basse temperature non consigliano tuttavia trattamenti mirati o preventivi. Anche le infestanti riducono la loro attività e quindi anche l’assorbimento di prodotti, sia selettivi che ad azione totale. Meglio aspettare temperature medie superiori a 7-8 °C.
La raccolta delle foglie è una pratica necessaria per ridurre l’impatto di malattie invernali e impedire una asfissia in termini di aria circolante e di luce diretta su foglie alla disperata ricerca di fotosintetizzare.

CONCLUSIONI

Molti fattori sono potenziali e pericolosi stress invernali ed alcuni sono fuori da ogni controllo ma dipendenti dalle condizioni meteo, altri sono più facilmente modificabili attraverso pratiche colturali conosciute ed attuabili. Il buon Turf Manager è in grado di riconoscere questi fattori e stabilire le priorità di intervento in ogni situazione, in attesa della primavera!

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Fabrizio Salto By


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