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GIARDINAGGIO, PRATO ORNAMENTALE

La difesa fitosanitaria del prato in autunno

 

La stagione autunnale che ci offre toni dorati e impregnati di umido porta sempre un contorno emozionale che lascia quasi rallentati di fronte al piano delle cose da fare, quasi un non voler svegliare un prato che si avvia al riposo ricoperto dai primi strati di foglie cadenti.

Il prato sfuma dal verde intenso e perde quella intensità tipica dei mesi di forte crescita, mentre l’umidità intorno indica che dobbiamo fare attenzione a quelle patologie non proprio drammatiche ma fastidiose, come la Ruggine (Puccinia) e l’Elmintosporiosi (Drechslera) o il Filo Rosso (Letisaria) che decolorano il manto verde e che portano soprattutto deterioramento biologico. Certo la vegetazione si trova godere di temperature che permettono un buona autodifesa, ma vediamo di comprendere gli scenari che possono compromettere ampie macchie di prato.

Le tre regole della cura preventiva

  1. un buon impianto
  2. buone scelte vegetali
  3. buona manutenzione

Viene da così lontano la tecnica di controllo delle malattie fungine, principali patogeni delle graminacee da prato, soprattutto da criteri di costruzione e scelta di materiali vegetali. La composizione del substrato in primo luogo deve avere caratteristiche biochimiche comprovate da provenienza certa e controllata, con certificato di analisi che ne stabilisca, alla sua partenza, i contenuti minimi in fatto di elementi essenziali come Fosforo, Potassio, Ferro, Magnesio e Zinco, di pH vicino a 6, di sostanza organica tra 3 e 5%, e di parametri generali ben rappresentati.

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I risultati delle analisi

L’analisi fisica deve mostrare una presenza di sabbia non inferiore al 75%, tendente al 90%, per allontanare quelle condizioni ambientali che favoriscono appunto le insidie dei patogeni già  indicati. L’acqua, dalla cui gestione deriva lo stato fitosanitario del prato, è l’elemento di vita, ovvero di nutrimento e di crescita, e il suo equilibrio nel terreno permette di dosare tutti i meccanismi biologici che fortificano il prato, ad iniziare da un forte apparato radicale che come sappiamo è sinonimo di resistenza alle avversità.

L’importanza del terreno

L’eccessiva compattezza riduce la porosità e provoca carenza di ossigeno e inizio di asfissia radicale, da cui l’indebolimento di una piantina e il suo decadimento.

Il prato vive bene in terreni leggeri e sabbiosi che sviluppano grande capillarità e presenza di aria atmosferica, ma quando le non-scelte in fatto di progetto e di costruzione prendono altre strade il prato perde quelle caratteristiche in fatto di robustezza, pulizia da infestanti e malattie, omogeneità di cotico e di colore.

Le conoscenze delle condizioni ambientali sono fondamentali per un buon primo passo: il tecnico deve  valutare il grado di piovosità o ventosità, l’esposizione al sole, la vicinanza ai rilievi o ad ambienti salini, la luce disponibile e l’andamento delle temperature medie nel corso dell’anno.

Le scelte vegetali

Un buon progetto si giudica nelle scelte vegetali, quindi dall’individuazione della miscela “perfetta” per le combinazioni ambientali: dosare e incrociare Loietti, Poe e Festuche è un’arte sopraffina che restituisce grandi soddisfazioni, con le loro proporzioni, le ragioni tecniche, la maturazione del miscuglio finale, che si mostrerà diversi mesi dopo l’insediamento colturale. E poi la scelta delle cultivar in funzione delle loro caratteristiche di resistenza a questi patogeni o a certe condizioni climatiche, o a esposizioni in ambienti salmastri come quelli in riva al mare.

Non è azzardato dire che “un prato è per sempre” !! Si perché un buon progetto farà si che duri anche per decenni, nella sua variabilità e nei su cicli qualitativi: dunque perché non fare una ricerca per ottenere il miglior seme possibile per questo giardino? Oggi si può fare con una piccola dose di passione e qualche serata passata sul web.

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Guida alla manutenzione del prato in autunno

La manutenzione è un fattore di grande incidenza nella prevenzione e nella cura delle malattie, in modo particolare per quanto riguarda il taglio e la concimazione su cui si concentra quasi tutta l’energia, lo sforzo e il budget di chi gestisce un prato.

Un tosaerba adeguato e ben registrato, un intervallo di taglio sempre un po’ più ridotto di ciò che potreste fare, e il gioco è quasi fatto. Un piano di nutrizione mirato alle prevenzione deve prevedere Azoto e Potassio bilanciati tra loro, velocità di cessione moderata, quantità non modeste e provenienza certificata.

La lotta biologica

Viene realizzata mediante l’uso di organismi antagonisti come quelli del genere Trichoderma, incorporazioni di sostanze umiche nel terreno, uso di Bacillus Licheniformis, Estratti di alghe, tutti composti organicidisponibili sul mercato.

Altre tecniche permettono di ridurre l’umidità relativa, veicolo su misura delle spore fungine: la rimozione della rugiada dalle foglie al mattino è una tecnica autunnale ordinaria sui greens di campi da golf di tutto il mondo, che sia con accensione breve di irrigatori o con un tubo di gomma o una corda passata sull’erba.

Il taglio del prato in autunno

L’altezza di taglio è sempre un argomento di riflessione: pur in condizioni climatiche favorevoli si suggerisce di portare la lama ad un livello di 5/8 mm. superiore rispetto ai minimi consentiti dal miscuglio.

La bucatura è infine una operazione che restituisce aria nel terreno ed allontana quindi il pericolo di ristagni idrici, sempre fonte di indebolimento del prato.

Pur nelle condizioni ristrette dalle normative PAN in merito all’utilizzo degli agrofarmaci su manti erbosi, è consentita l’applicazione in prevenzione di principi attivi come Propiconazolo e Iprodione utili nel momento stagionale a salvaguardare dai patogeni sopraindicati.

Il monitoraggio del prato in autunno

Una passeggiata e qualche filo d’erba tra le dita mostrano se siamo riusciti a controllare e a limitare le macchie rosse e brune provocate appunto dalle malattie:  il foliage è emozionante vederlo sulle piante ma il prato deve essere sempre verde!

Tra un mese affronteremo le cure pre-invernali con gli effetti di protezione dal punto di vista nutrizionale studiano il comportamento delle radici alle basse temperature.

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Fabrizio Salto By


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