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PRATO ORNAMENTALE

Manutenzione del prato: i lavori del mese di Luglio

 

Quando si superano i 30 gradi, e a Luglio questo accade con continuità, le specie microterme come Loietti, Poe e Festuche non sono geneticamente e biologicamente dotate di meccanismi di resistenza a queste avversità e per questo motivo adottano il principale strumento di difesa vegetale, ovvero la riduzione della respirazione e del metabolismo. Quando la persistenza di tali condizioni limite è quella a noi conosciuta, ovvero 30-40 giorni, la piantina resiste mostrando gli effetti delle proprie resistenze: crescita ridotta, indebolimento generale, ingiallimento. La morte del prato può sopraggiungere solo in casi particolari di siccità prolungata e di clima straordinario.

Quello che succede invece sul notro prato è che lo vogliamo vedere verde e lussureggiante anche ora, come se fosse Aprile, quindi siamo indotti ad insistere con la nostra manutenzione spinta: concimazioni azotate, acqua a più turni tutti i giorni e i soliti sgraditi tagli dell’erba, sotto il sole cocente.
A volte si sente invece dire che in queste condizioni, sul prato, più fai cose più fai danni. Ma come stanno in  realtà le cose? chi me la dice tutta su quello che va fatto o no?

Noi vorremmo dare importanza ad ogni fazzoletto erboso ben curato e una ricetta per tutti risulterebbe quindi offensiva, ma possiamo fissare alcune linee guida che ci permettano di stendere una procedura sul da farsi e limitare in questo modo i possibili danni.

Dai seguenti concetti si possono quindi ricavare le proprie necessità:

  1. Allontanare le condizioni di maggior gravità per il prato, ovvero il caldo umido superficiale che favorisce il movimento e lo sviluppo delle spore fungine.
  2. Rinforzare il prato e accrescere le difese naturali
  3. Proteggere l’ambiente con manutenzione accurata e con lotta integrata
  4. Predisporsi a trattamenti fungicidi di cura ed eliminazione di patologie evidenti.

Può sembrare discutibile ma i 4 punti ruotano tutti intorno alla gestione dell’acqua, quindi sorge la necessità di conoscere a fondo il comportamento e il movimento nel terreno di questo elemento vitale, e nel caso specifico ciò si concentra sul corretto uso dell’impianto di irrigazione.

Come eliminare la condizione di caldo umido favorevole alla diffusione delle malattie

Non potendo influenzare la temperatura possiamo certamente ridurre l’umidità: per assurdo potrei sospendere l’irrigazione per tutto il periodo estivo ma così facendo il prato andrebbe a soffrire in modo irreversibile, e non è quello che vogliamo.

Possiamo però distanziare facilmente due turni così da permettere una temporanea evaporazione della superficie del terreno ed avvicinare l’obbiettivo.

REGOLA N° 1: Anche con caldo torrido tendere a bagnare a giorni alterni, la mattina molto presto, con grandi volumi di acqua.

Come fare in modo che il prato resista maggiormente con il proprio sistema di difesa ed accresca le barriere protettive

Con una buona manutenzione, con una concimazione di qualità (puoi acquistare sul nostro e-shop il prodotto Stress Control), con un taglio frequente e ben fatto, facendo respirare il terreno e quindi con buona dotazione di base e lavorazioni di decompattamento, affiancando un buon complesso di biostimolazione con microelementi e sostanze di sostegno biologico ormai diffuse sul mercato. Ma soprattutto con la cura dei particolari, camminando sul prato per conoscerlo e notare le sue reazioni alle nostre azioni, per osservare come si rialza la foglia al calpestìo, per stimare la velocità di assorbimento di una forte pioggia, per capire dove finirà l’acqua di una forte pioggia.

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REGOLA N° 2: Concentriamo le risorse su taglio e concimazione, il prato ringrazierà.

Eliminazione all’interno della manutenzione, dei fitofarmaci, in ottemperanza al Piano di Azione Nazionale del 2014 che ne limita l’utilizzo al solo ambito professionale

I punti di forza di questo approccio sono: la prevenzione, il monitoraggio, il controllo.

Tutto si concentra sulle buone pratiche manutentive e sulla spinta protettiva prodotta da biostimolanti naturali contenenti in modo preponderante aminoacidi e batteri simbionti in grado di attivare lo scambio cationico nel terreno, e poi ancora acidi umidi di qualità per aumentare la duplicazione cellulare. In ultima analisi deve aumentare la competizione di ogni piantina in fatto di luce, elementi nutritivi e spazio vitale.

REGOLA N° 3: Obbiettivo primario sviluppare l’apparato radicale !

Ove le regole n° 1, 2 e 3 non abbiano ricambiato con soddisfazione e le prime insorgenze di macchie gialle dovessero comparire di buon mattino, ecco che l’applicazione di un fungicida sistemico risolve spesso il problema, a patto di rispondere ai problemi con la giusta soluzione.

Le forme evidenti di ingiallimento, le macchioline sulla foglia, il periodo e le condizioni microclimatiche di attacco fungico, la storicità dell’accadimento, sono buoni indicatori che con il supporto di un agrotecnico possono facilmente individuare il principio attivo da adottare per la difesa fitosanitaria. Il prodotto registrato contiene bassa tossicità ed è applicabile, con le norme di sicurezza, anche in ambito di verde privato in presenza di aree sensibili ed animali domestici.

REGOLA N° 4: Quando ci vuole, non facciamoci cogliere impreparati ed applichiamo un valido fungicida sistemico.

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Fabrizio Salto By


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