E’ abitudine, con l’arrivo del freddo, considerare il prato già in una sorta di letargo invernale, in un lungo riposo sotto la nebbia e la neve, in un sonno primordiale. In realtà sappiamo bene che queste sono sensazioni nostre e che il lungo riposo è quello che ci auguriamo dai lavori del giardino, finalmente! Ebbene, a Novembre sono molte in realtà le iniziative che possiamo adottare per migliorare lo stato del nostro prato di microterme, anche in prevenzione ai mesi realmente freddi, ovvero i primi dell’anno. L’Autunno permette temperature medie non trascurabili, di conseguenza l’attività metabolica della piantina richiede ancora cure manutentive e di rinforzo per affrontare l’inverno con buone dotazioni di riserve costitutive.
Sono le temperature minime che dettano il limite della condizione vegetativa: quando scendono sotto i 6 – 8 gradi °C esse determinano l’inizio del riposo invernale e le temperature massime non permettono più il vigore della crescita ma solo quello della respirazione basale per il mantenimento della pianta in vita. Qui la pianta si ferma, sino a quando il volano termico del suolo riattiverà la divisione cellulare e la ricostruzione di sostanza organica. Prepariamo quindi la pianta al riposo con alcune attenzioni particolari.
Deve essere continuativo, in funzione della crescita e quindi delle temperature medie ambientali: solitamente a Novembre un taglio a settimana con raccolta dei residui è ancora auspicabile per assecondare il graduale atteggiamento riduttivo.
Cerchiamo un titolo ad alta carica di P (fosforo) per dare sostegno alle cellule radicali e con N (Azoto) a lenta cessione per assecondare una richiesta moderata di nutrienti, utili soprattutto alla respirazione cellulare che ovviamente non si ferma mai. I trattamenti liquidi o granulari a base di microelementi, Ferro, Zolfo e Magnesio in particolare, sono a prevenire quegli ingiallimenti che imputiamo solitamente al freddo, e che in realtà sopperiscono a carenze che restano latenti per tutto l’anno, nascoste dalla ripresa vegetativa.
L’elevata umidità notturna, sia in copertura di cielo che nelle mattine terse, aiuta il movimento di spore e parassiti tra le foglie d’erba, che un taglio più rado non dirada e che facilita l’insorgenza di patogeni quali ruggine, specie a bassi livelli di N e su terreni pesanti. Qui è importante ridurre il feltro presente e asportare i residui d’erba, irrigare per rimuovere le tele di umidità e fare ciò che serve a dare aria al prato, anche semplicemente rimuovendo foglie cadute.
Iprodione e Clortalonil sono alla base dei fungicidi più attivi nella prevenzione e controllo delle malattie fungine di questo periodo.
Residui di gramigna? Questo è il momento di rimuoverli con arieggiatura manuale o meccanizzata, sapendo che ogni stolone di meno dimezza l’invasione ci aspetta nella stagione successiva.
Le trasemine ormai non hanno più grandi effetti positivi, ma ciò dipende sempre dalle temperature minime notturne: infatti nelle regioni del Sud Italia possiamo ancora raggiungere una buona germinazione e se vogliamo avere qualche risultato in più applichiamo la procedura di Top Dressing, ovvero la distribuzione in copertura di uno strato leggero -1-3 mm.- ed uniforme di buon Mix (90% sabbia silicea lavata 0-2 e terriccio/torba bruna).
L’impianto idrico si prepara alla inattività, o almeno è ciò che siamo abituati a credere. Gli inverni secchi e non più glaciali sono invece adatti ad occasionali irrigazioni, e il prato risponderà con una ripresa di colore.
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