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PRATO SPORTIVO

La gestione di un campo sportivo con budget limitato

 

Le aspettative di oggi che ruotano intorno ad un campo sportivo sono molto più alte di alcuni anni fa e ciò porta ad avere delusioni quando i risultati non incontrano la soddisfazione delle squadre di calcio.
Spesso c’è incongruenza tra queste aspettative e ciò che è necessario per ottenere un terreno di gioco in buone condizioni.
Se è possibile ridurre il livello di attesa qualitativa allora è più facile concentrarsi sulle risorse disponibili e sulle priorità e se è vero che non c’è una regola universale per la gestione di un budget, è pur vero che qualche risultato è raggiungibile.
Conoscere in profondità ed applicare le pratiche colturali essenziali è la norma generale da seguire per i primi risultati che ci permettono di chiedere a tutti gli utenti un supporto collaborativo e una comprensione che aiuti a migliorare il lavoro.

PREPARARE UN PIANO

La priorità di intervento è determinante per sapere come e dove utilizzare al meglio le limitate risorse di tempo, denaro e lavoro. Il calendario di gioco, le operazioni di manutenzione, le attrezzature e le risorse necessarie devono essere inserite in un piano di azione che ci mostri le cose più urgenti ed importanti così da destinare correttamente le energie e redisribuire il budget annuale. Anche se il Greenkeeper non ne è responsabile, ciò lo aiuta alla reale attribuzione dei costi, che siano per una concimazione o per il sempice retopping.

CONCENTRARE LE PRATICHE MANUTENTIVE

Mentre alcune operazioni si applicano sull’intero campo (taglio, concimazione), altre si possono concentrare su aree limitate, ad esempio le trasemine sulla sola fascia centrale, riducendo sino al 66% il consumo di seme.
E’ stato determinato da software GPS che il consumo del campo durante una partita avviene per l’80% sul 26% della superficie, su un diamante posizionato tra le due porte: concentrare qui gli sforzi permette un risparmio di manodopera superiore al 55%.
Come già detto, alcune operazioni come il taglio sono rigorose e pertanto non riducibili né in quantità né in qualità, ma l’altezza di taglio determina il grado di “consumo” dell’erba durante il campionato, specie nella stagione fredda dove è consigliabile regolare le lame del tosaerba ad un’altezza maggiore compatibile con le esigenze del Team Manager: un taglio a 35 mm irrobustisce la piantina e la rinforza nei confronti dei vari stress (temperatura, danneggiamenti, infestanti) e richiede nel lungo termine minori risorse di lavoro e risemine.
Durante la trasemina il seme deve sempre avere un buon contatto con il terreno, almeno per il 70%: in caso contrario il grado di germinazione diminuisce e servirà una maggior quantità di seme per raggiungere lo stesso risultato. Allo stesso tempo una semplice risemina o concimazione su suolo compattato non otterrà grandi risultati: il terreno va adattato e reso compatibile ad accogliere un seme in sviluppo.
La scelta della semente per rigenerazione è punto focale per ridurre i costi di materiale e puntare al miglior risultato possibile.

Come fare?

Innanzitutto la scelta del tipo di essenza si concentra su Lolium Perenne (100 % con più varietà). Per individuare sul mercato le cultivar con maggior resistenza alle basse temperature e quella a rapida germinazione, due tra le caratteristiche più desiderate dal green-keeper, è necessario sondare il mercato, aggiornarsi sul sito  NTEP, discuterne con i colleghi, documentarsi sul web.

Come ottimizzare i costi di concimazione?

Sembrerà un controsenso economico ma una analisi chimico-fisica del nostro substrato delinea il comportamento e le reali esigenze nutritive del prato e permette un risparmio nell’ottimizzare le risorse realmente necessarie, al di là del fatto che questa operazione sia di vitale importanza per ogni manto erboso sportivo di qualità.
Il Greenkeeper che opera sul campo non avrà difficoltà a ripetere costantemente, ogni tre-quattro settimane, la concimazione con un prodotto a media cessione e con un bilanciamento di Azoto compatibile con il tipo di ambiente pedo-climatico. In sostanza useremo spesso prodotti di qualità specifici per il prato ma di veloce effetto che permettano una alimentazione controllata da noi e una risposta rapida alle esigenze che mutano spesso con le temperature e la stagione agonistica.
L’analisi del terreno ci dà indicazioni utili sul pH e di conseguenza sul grado di assimibilità degli elementi nutritivi forniti. Eventuali carenze di macro e microelementi ci permette acquisti di materiale mirati a riequilibrare secondo la legge di Liebig il consumo di sostanze utili. Ciò funziona realmente!

Quando concimare per evitare sprechi?

Il  piano biotecnico deve sempre essere predisposto e gestito durante il corso dell’anno con le dovute modificazione e assestamenti. Ciò permette di essere sempre preparati e non farsi cogliere da variazioni dell’ambiente, acquistare il miglior prodotto al miglior costo, perché lo abbiamo ricercato da tempo sul mercato con le dovute ricerche di carattere economico, ne abbiamo moderata scorta e lo usiamo nel momento giusto con una buona organizzazione interna del personale, alla dose predeterminata e testata su parcella, anticipando con il servizio meteo una pioggia che riduca la dovuta necessità di irrigazione a discioglimento del granulo.
Il piano permette di anticipare ed ancorché guidare quelle che sono le reali esigenze nutritive, effetto portante di un prato che insiste su un terreno sabbioso ad elevato consumo: ad ogni trattamento, ad ogni cambio di direzione il campo risponde in modo che conosciamo bene, in fatto di colore, velocità di crescita, risposta ai danneggiamenti, prevenzione di patogeni fungini, e qui sarà l’esperienza a condurre il tecnico verso un equilibrio che permetta il miglior rapporto costi-benefici.

Come concimare per risparmiare sui costi di prodotto?

Alcuni concetti sono imprescindibili, come la omogeneità di distribuzione (sovrapposizioni perfette), la dose per metro quadrato, la dispersione all’esterno, ed anche effetti come il compattamento durante l’operazione, i tempi ottimali e le risorse umane. Tutto ciò determina e suggerisce che il metodo più idoneo sia quello che utilizza un classico carrello a spinta manuale, di tipo professionale, pulito e ben registrato, di proprietà o a noleggio, con due operatori per facilitare lo spostamento di un cavo guida ad ogni passaggio longitudinale o trasversale del carrello.

I lavori di correzione del terreno, come la bucatura, arieggiatura, scarificatura o il decompattamento, sono operazioni spesso trascurate o non ben considerate nel loro grado di miglioramento di condizioni critiche ma forse anche poco visibili. I vantaggi sono di arieggiatura in superficie e in profondità, con facilità di scambi gassosi, infiltrazione dell’acqua in eccesso, maggior sviluppo dell’apparato radicale. Le attrezzature sono impegnative e costose ma possono essere noleggiate sia a caldo nelle versioni più complete sia con piccole macchine dedicate e specifiche, con operatore al seguito, per le sole zone più danneggiate, con grandi benefici per quello che si considera il cuore pulsante del nostro prato, ovvero la zona radicale.
La gestione dell’acqua considera alcuni aspetti di assoluto rilievo nel contesto economico di un budget limitato. Il costo dell’acqua tenderà a crescere nel tempo più di altre risorse e pertanto il controllo dei volumi, nonché della qualità, assumerà sempre maggior importanza. L’acqua necessaria ad un prato ad uso intensivo è funzione estremamente variabile di diverse componenti: struttura del terreno, climatologia e stagionalità, essenze utilizzate, grado di manutenzione, prevenzione malattie, tipo di impianto, eventi in calendario, esigenze agonistiche, insomma un equilibrio che solo la destrezza del buon green-keeper può assicurare. Certo un semplice contatore posto a monte della condotta principale è di facile reperibilità e il suo ammortamento è garantito dalla conoscenza dei propri consumi. Ciò che conta è però cosa serve alla piantina nel suo contesto piuttosto drammatico: foglia tagliata ogni tre giorni, quintali di corpi umani che la sovrastano, trattamenti chimici da metabolizzare, ruote gommate che la appiattiscono, alimentazione discontinua, spore fungine parassite, insetti divoratori. Bene, l’acqua qui svolge un importante ruolo di difesa biologica con questi fondamenti: in profondità e non in superficie, scorrevole e non ristagnante, “lavante” ma non dilavante, rinfrescante nei mesi caldi. Quindi volumi ampi ma non eccessivi, turni compatibili con l’effetto climatico, applicazioni regolari tra le 4 e le sette del mattino, ma anche applicazioni spot quando si renda necessario, ad esempio nelle trasemine o con temperature molto alte.

Il top-dressing, ovvero la ricarica di “suolo” utile al livellamento, al drenaggio e al miglioramento strutturale di terreni pesanti. E’ una pratica impegnativa perché comporta l’uso di mezzi non ordinari e costosi e si consiglia il noleggio a caldo se la pratica è occasionale e non superiore a due volte l’anno.

Il sovrautilizzo del campo è da intendersi come “consumo di risorse”: ogni momento di agonismo è correlato ad una riduzione del suo grado di qualità e di conseguenza ad un carico di lavoro necessario al ripristino, quindi ad un costo. Dosare bene l’impiego del campo porta ad una efficienza energetica ovvero al miglior rapporto costi-benefici. Negli allenamenti deve essere sfruttata tutta la superficie e le porte mobili devono essere traslate ogni volta nei punti di maggior resistenza. Quando il green-keeper sostiene che il campo sia off-limits per cattive condizioni (pioggia, gelo, neve) la regola dice che non si deve entrare, per il bene del campo e quindi dei suoi utilizzatori e di chi ci lavora quotidianamente. Alla fine ciò si traduce in un discreto risparmio economico.

Avete mai visitato un magazzino di attrezzature per campo di calcio? Nella maggior parte dei casi non c’è il numero sufficiente di attrezzi e macchine necessarie alla manutenzione perfetta, ma nello stesso magazzino possiamo trovare dotazioni che restano inutilizzate per il 90% della loro vita operativa: una macchina che resta ferma vuol dire grande dispersione di denaro, la macchina è fatta per lavorare non per brillare. Questo è in maggior evidenza per quelle operazioni occasionali, non ordinarie e di emergenza, come tagliazolle, arieggiatore, bucatrice, botte a barra fissa per trattamenti liquidi, e altro.

Quindi: condivisione! Le relazioni con oratori, centri sportivi adiacenti, campi da golf, scuole, possono aiutare a condividere il costo degli attrezzi. E se ci spostiamo un po’ più in là questo si può fare anche con servizi come consulenza e prestazione d’opera, abbigliamento tecnico e sportivo, quasi un cambio merce. Oggi serve anche questo.

Consideriamo anche l’interesse che può scaturire da un evento sportivo, un torneo, una manifestazione dove il pubblico rientri in una certa categoria omogenea di “consumatore”. Perché allora non cercare uno sponsor “a tempo” che offra prodotti o servizi di interesse particolare per questo particolare “pubblico”. Poche centinaia di euro corrispondono a un lavoro straordinario necessario e a volte irraggiungibile per le modeste risorse di migliaia di strutture sportive in Italia.

Tutte queste pratiche sono orientate alla massimizzazione della qualità del prato e al contenimento dei costi. Dove l’attenzione è viva, il ricorso a lavori straordinari è contenuto e affrontabile, ciò che serve al Greenkeeper è solo un piano, ovvero la conoscenza di quello che avverrà sul suo campo, la determinazione nella protezione che lui deve garantire, la tutela del suo bene.

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Fabrizio Salto By


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