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PRATO ORNAMENTALE, PRATO SPORTIVO

COME PREDISPORRE UN PIANO ANNUALE DI NUTRIZIONE (PARTE I)

 

L’aspetto nutrizionale di un manto erboso di microterme a manutenzione intensiva è inserito in un complesso di considerazioni che ne determinano l’essere il cuore pulsante della gestione del prato. In realtà ogni aspetto della manutenzione è correlato ad altri ed ogni intervento ambientale ed antropico influenza la fisiologia e la crescita della pianta, ma l’alimentazione è determinante per la sopravvivenza di ogni pianta soprattutto se in condizioni di stress come nel caso di un manto erboso di elevate prestazioni tecniche ed estetiche e sottoposto ad uso intensivo.

I dati pratici e scientifici assumono che la quantità di NPK assorbita dalle graminacee da prato sia funzione del grado di manutenzione secondo un rapporto che passa da 3-1-2 per i prati a carattere ornamentale sino a 1-0-1 nei casi di livello intensivo. I numeri relativi al fertilizzante necessario entrano in rapporto con numerose variabili quali la velocità di infiltrazione dell’acqua – funzione di per sé complessa e derivante dalla natura e dallo stato del terreno fertile – il clima stagionale – pioggia e temperatura –  il tipo e la fonte di sali minerali, la pressione manutentiva e le esigenze di utilizzo, il tutto regolato dalla microflora e microfauna quali batteri, funghi o microrganismi.

Primo step: analisi dello stato di fertilità per valutare un intervento

La premessa fondamentale riguarda lo stato di fertilità del substrato da esaminare e ciò viene determinato dalla analisi chimica del suolo; questo evidenzierà eventuali carenze soprattutto per ciò che concerne meso e microelementi ma anche pH, conduttività elettrica, contenuto di sostanza organica e rapporto C/N e permetterà di specificare quale sia il fattore limitante da tenere sotto controllo.

Se la dotazione del terreno è carente per uno o più sostanze sarà il laboratorio ad indicare il grado di intervento, con quali materiali intervenire per la correzione di acidità (carbonati di calcio) o alcalinità (solfati), per l’aumento di sostanza organica (humus, compost) o per l’integrazione di nutrienti con Sali disponibili sul mercato, ricordando che per modifiche strutturali gli interventi dovranno essere graduali nel tempo. Ricordiamo che il substrato adatto alla coltura delle graminacee da prato esige un pH sub-acido intorno a 6.

Una considerazione di ecologia: per le caratteristiche ottimali di un terreno sportivo e per i moderati ma continuativi consumi della pianta è noto a tutti che un fertilizzante a media cessione riduce i costi di dispersione e soprattutto le concentrazioni di nitrati che si vanno ad accumulare nelle falde, laddove invece prodotti contenenti Azoto in forma prettamente nitrica ed ammoniacale vengono perduti per lisciviazione in profondità.

L’indice di salinità di un fertilizzante adatto ai manti erbosi è inferiore a 50 in una scala compresa tra 0 e 100(Nitrato di Sodio), dove nella parte più a rischio sono piazzati Nitrato di Ammonio, Urea, Nitrato di Potassio, in modo particolare con utilizzo nella stagione calda.

Partiamo da un substrato ben costituito e che abbia bisogno delle sole restituzioni minerali sottratte dai consumi e dalle moderate perdite, per determinare a priori il cronoprogramma, la qualità e la quantità delle concimazioni salvo valutare mese per mese eventuali correzioni ed integrazioni.

Le modalità di applicazioni e le varie di cantiere saranno oggetto di altra discussione.

Il rapporto 1-0-1 per manti erbosi a uso intensivo

Il rapporto 1-0-1 è risulta quindi il più adeguato nei manti erbosi ad uso intensivo e ciò indica che, mentre il Fosforo può considerarsi già sufficientemente presente, Azoto e Potassio devono essere considerati parimenti e ad elevate unità, sia per le elevate esigenze di crescita vegetativa sia per la costituzione di un sistema di protezione sano e robusto.

Le quantità di unità nutritive sono funzione della crescita vegetativa indotta dalle condizioni pedologiche, microclimatiche e di umidità, e dalla spinta creata dalla manutenzione elevata, principalmente in termini di frequenza di taglio.

Le unità dei due elementi -N e K2O- devono raggiungere nell’anno quota 40-45 gr/mq. – ma parliamo qui di unità nutritive e non di grammi di fertilizzante. 

In termini pratici, parlando dell’Azoto, un titolo di concime pari a 20 equivale al 20% dei grammi distribuiti nell’anno, quindi per raggiungere quota 40 sono necessarie n° 10 applicazioni di quel concime a quella dose. Se parliamo ad esempio di una zona climatica che presenta una temperatura minima di 8 °C per 10 mesi, 10 applicazioni devono essere fornite in questo lasso di tempo, peraltro non in modo costante ma in funzione della crescita vegetativa, quindi con intervallo minore nel periodo primaverile/autunnale (2/3 settimane), e intervallo maggiore nei mesi a crescita piùmoderata – marzo, giugno, luglio, agosto, novembre – (5/6 settimane). Di conseguenza si andrà ad individuare la tipologia di cessione del fertilizzante da acquistare.

La predisposizione del piano nutritivo

Questi concetti aiutano alla predisposizione del Piano nutritivo, con titolazioni differenti nelle diverse fasi climatiche ovvero N di spinta nei picchi, K2O di protezione nel periodo pre-estivo e pre-invernale, e devono essere confrontati con le caratteristiche sopracitate che possono determinare variazioni anche rilevanti rispetto all’esempio citato.

Entrambe queste fasi sono importanti perché determinano il carattere del nostro prato, ovvero la costruzione nelle fasi di spinta per l’autodifesa nelle fasi di stress.

Cosa incide maggiormente nella fase di logoramento? La combinazione dei due effetti più nocivi ovvero l’intenso utilizzo del campo a basse temperature, dove il prato non ha più la capacità di autoripresa ma deve giovarsi di quanto costruito nella stagione autunnale, la più importante per il greenkeeper di un manto erboso sportivo.

Quali prodotti utilizzare per il nostro manto erboso?

Il mercato offre buoni fertilizzanti di qualità specifici, la scelta sarà quindi orientata da diversi elementi

  • alla omogeneità del granulo con SGN non superiore a 200
  • alla natura delle fonti minerali
  • alle caratteristiche dell’Azoto
  • alla presenza di microelementi
  • al Brand in generale
  • al rapporto qualità/prezzo
  • alla facilità di reperimento

Si è parlato di fertilizzanti granulari, prettamente di origine minerale, perché permettono di programmare in modo graduale il giusto equilibro di nutrienti; ciononostante in alcuni periodi dell’anno è consigliato l’uso di prodotti liquidi ad assorbimento fogliare, per un pronto effetto e per una valida alternanza nei periodi più caldi. Ed è utile anche la rotazione con prodotti biostimolanti che ormai hanno raggiunto mix qualificati di acidi umici, vitamine, coenzimi, batteri levogiri, ormoni della crescita, micorrizze, catalizzatori, metaboliti microbici, carboidrati, composti fosfonici, tutti composti che hanno dimostrato offrire contributi significativi per alzare il grado di competizione del prato nei confronti di agenti ostili.

Quanto discusso sinora forma il contesto di base che permette all’operatore di redarre il Piano nutritivo, e con la propria esperienza formulare le modalità più adatte (a questo link).

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Fabrizio Salto By


1 Commento

  1. […] leggere la prima parte dell’articolo redatto dal dottore agronomo Fabrizio Salto a questo link. Mentre nella prima parte si sono discussi aspetti teorici vediamo in che modo ora è possibile […]

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